La Fiera, un ex ospedale e 3 palasport: scelti i sei centri per il piano vaccinale

Mercoledì 27 Gennaio 2021 di Gabriele Pipia
Il punto vaccinazioni in fase di allestimento a Padova

PADOVA - Dovevano essere 10, seguendo il criterio che prevedeva una sede ogni centomila abitanti. Alla fine saranno invece solo sei, ma l’Ulss è convinta che potranno bastare per reggere il peso di una campagna che partirà entro fine febbraio. Ieri pomeriggio il direttore generale Domenico Scibetta ha incontrato l’esecutivo dei sindaci della provincia di Padova per comunicare le scelte relative ai centri che ospiteranno la vaccinazione anti-Covid partendo dai cittadini over 80. Oltre alla Fiera di Padova (punto di riferimento per città e cintura urbana) ci saranno l’ex ospedale di Monselice, il Chiostro degli zoccoli di Este e i palasport di Piove di Sacco (Borgo Rossi), Loreggia e Cittadella. Uno per la Saccisica, due nell’Alta Padovana e due nella Bassa, dunque. 
In serata è filtrato lo stupore di diversi primi cittadini che si sono trovati spiazzati: rispetto alle loro previsioni iniziali vengono depennate infatti le opzioni che avrebbero servito l’area di Padova Sud (si parlava di una tensostruttura ad Albignasego), la zona termale (era stato proposto il teatro di Abano) e l’area di Selvazzano. Niente da fare anche per Cadoneghe (si era parlato della palestra Olof Palme). 
LA RIUNIONE
L’incontro di ieri, in collegamento virtuale, ha visto seduti da una parte il direttore generale Scibetta e dall’altra i sindaci di Padova, Noventa Padovana, Piove di Sacco, Monselice, Borgo Veneto, Sant’Urbano, Santa Giustina in Colle, Cittadella e Camposampiero. Si è parlato della gestione logistica della campagna vaccinale e l’Ulss ha comunicato le proprie scelte sulla base delle proposte avanzate dai Comuni nei giorni scorsi. È stata anche l’occasione per fare il punto generale sulla gestione dell’emergenza: è emerso che nei piani del commissario Arcuri è previsto l’arrivo per la provincia di Padova di ulteriori 36 operatori sanitari da mettere in campo proprio per la vaccinazione di massa. 
Più che i luoghi dove effettuare i vaccini, sono due gli interrogativi che pongono i sindaci. Il primo: ci sarà personale a sufficienza? Le dosi arriveranno come promesso? Se alla prima domanda arrivano risposte rassicuranti da Roma, per la seconda la situazione attuale è ben più complessa. La possibile azione legale contro Pfizer e le incertezze relative alle forniture Astrazeneca non fanno dormire sonni tranquilli. 
IL PRESIDENTE
A riassumere la situazione è Alessandro Bisato, sindaco di Noventa Padovana e presidente della Conferenza dei sindaci, che ha chiesto una riunione allargata a tutti i 102 primi cittadini per chiarire ogni aspetto (sarà convocata per la prossima settimana). «Allo stato attuale il vero problema sono le dosi dei vaccini: le aziende sanitarie stanno portando avanti il primo giro e i richiami ma la vaccinazione di massa ritarderà di qualche settimana.

L’auspicio è che si possa partire con gli over 80 entro la fine di febbraio - spiega Bisato - Abbiamo visto che i centri saranno sei e non dieci, ne prendiamo atto. Si tratta in ogni caso di spazi grandi e al chiuso, riscaldati, dotati di ampi parcheggi e vicini a strade principali. Noi sindaci abbiamo fatto un grande sforzo per avanzare le proposte migliori tra le strutture pubbliche, a partire dalla Fiera di Padova per cui ringrazio il Comune e il presidente della Fiera Santocono. C’è stata grande collaborazione». Definite le sedi, ora manca la certezza più importante: la data di inizio. 

Ultimo aggiornamento: 08:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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