Bo', il saluto del rettore Rizzuto: «Come aver fatto 2 mandati in uno». Da lunedì si vota per il successore. I candidati

Sabato 12 Giugno 2021 di Silvia Moranduzzo
Il rettore uscente dell'ateneo patavino Rosario Rizzuto

PADOVA - «È come aver fatto due mandati in uno. C’è un prima e un dopo, in mezzo la pandemia». Lo sguardo di Rosario Rizzuto si perde nella campagna intorno all’Agripolis di Legnaro, poco prima della presentazione dei tre vini celebrativi degli 800 anni dell’Ateneo. Il suo mandato come rettore del Bo è agli sgoccioli, lunedì le urne si apriranno e la comunità accademica sarà chiamata a scegliere tra Daniela Mapelli, Fabrizio Dughiero, Patrizia Marzaro e Marina Santi.


IL BILANCIO
«Sono soddisfatto di molte cose, per esempio di aver assunto così tanti giovani – dice – Di aver soddisfatto le prospettive di carriera di molti docenti. Abbiamo collaborato con il territorio e ci siamo uniti nella sfida della pandemia, una sfida che ha vinto l’Ateneo tutto, insieme». Era il 2015 quando Rizzuto ha battuto al ballottaggio lo sfidante Paolo Tenti, docente di Elettronica, guadagnando la poltrona che prima era di Giuseppe Zaccaria.
Fin da subito si è posta la questione forse più complicata del sessennio, una questione che passerà al futuro rettore o alla futura rettrice: il nuovo ospedale.

All’epoca il dibattito era infuocato: Padova Est? Ristrutturazione del Giustinianeo? Padova Ovest? Solo nel 2019 si è finalmente presa una decisione: un nuovo polo a San Lazzaro, il ridisegno dell’ospedale di via Giustiniani con la costruzione della nuova Pediatria e la realizzazione del Parco delle Mura. Un accordo siglato da Regione, Comune, Azienda ospedaliera e Università. Un progetto per il quale il Bo ha consegnato un documento di visione nel quale gli accademici hanno elencato come dovrebbe essere il nuovo ospedale seguendo i progressi della medicina, documento utilizzato dall’Azienda ospedaliera per la definizione dei requisiti del bando progettuale. È improbabile che il successore di Rizzuto veda l’opera completata, ma sicuramente sarà presente alla posa della prima pietra. Uno dei tratti caratteristici degli ultimi sei anni è stata proprio l’attenzione all’edilizia. Complice, forse, la spiccata competenza sul campo del direttore generale Alberto Scuttari, nominato da Rizzuto nel 2016 e al quale il consiglio di amministrazione dell’Ateneo ha poi rinnovato l’incarico fino al 2023.


L’EREDITÁ
Una grande opera che verrà lasciata in eredità è la caserma Piave, futuro campus delle Scienze sociali. L’ex convento domenicano, poi diventato caserma militare, è stato acquisito ufficialmente nel 2017 con l’atto di cessione firmato dal Ministero della Difesa e dall’Ateneo e vedrà la realizzazione di aule, uffici, una biblioteca e un passaggio pedonale che potrà essere attraversato anche dai cittadini. Il progetto è dell’archistar David Chipperfield che ha preso spunto dalle linee di Prato della Valle per disegnare il futuro campus. Altra opera che cadrà sulle spalle del futuro capo del Bo sarà il Palazzo delle Esperienze, sede di laboratori didattici da realizzare in zona Stanga-Portello, vicino ai dipartimenti scientifici, così come la ristrutturazione (già finanziata con 11 milioni di euro dal governo e che inizierà a breve) della Casa dello studente Fusinato in via Marzolo, chiusa da anni e diventata luogo di ritrovo per i giovani di gruppi antagonisti, per risorgere come sede della Scuola Galileiana di Studi superiori. Un progetto che si è ritrovata per le mani l’amministrazione Rizzuto ma che ha avuto i natali con Vincenzo Milanesi è quello del polo umanistico di via Beato Pellegrino: 17.600 metri quadrati, acquistati per 21 milioni di euro nel 2005. La prima pietra è stata posata da Zaccaria mentre Rizzuto ha potuto tagliare il nastro. Non si può non citare ancora il padiglione in Fiera che accoglie gli studenti di Ingegneria, dipartimento che soffre di carenza di spazi, o la ristrutturazione di Palazzo Cavalli, nuovo Museo della natura e dell’uomo, che aprirà al pubblico durante le celebrazioni per gli 800 anni.


I DOCENTI
Negli ultimi sei anni sono stati assunti 678 ricercatori, 40 docenti ordinari e 92 associati esterni. Sono stati creati 39 nuovi corsi di studio (17 triennali, 19 magistrali e 3 a ciclo unico) dei quali 17 sono in lingua inglese. E tra i nuovi corsi c’è anche quello di Medicina in inglese, una delle misure che ha permesso di aumentare i posti per gli aspiranti medici da 320 a 403. È stato anche riformato nel 2019 il corso di Giurisprudenza dopo che il drastico calo di immatricolazioni (dalle 1.050 del 2007 alle 300 del 2018) ha fatto strabuzzare gli occhi. Una riforma portata avanti dai docenti dei dipartimenti afferenti assieme agli studenti e che ha stabilito 5 percorsi diversi da scegliere al terzo anno, per venire incontro ai cambiamenti nell’ambito della giurisprudenza. In sinergia con il Comune è stato creato il servizio NightBus, autobus che circolano di notte su prenotazione per tornare a casa in sicurezza. È stato realizzato anche un asilo di Ateneo, con il sostegno di Fondazione Cariparo e Spes.


LA PANDEMIA
Ma l’amministrazione Rizzuto ha dovuto affrontare forse una delle sfide più difficili nella storia del Bo dopo le due guerre mondiali: la pandemia. Più di 3 mila insegnamenti sono stati trasferiti sulle piattaforme telematiche durante il primo lockdown. E per ripartire a settembre 2020 con la didattica duale tutte le aule sono state dotate di telecamere e microfoni. Sono stati stanziati 15 milioni per pagare 60 gb al mese di internet agli studenti e per gli aiuti con affitti, trasporti e l’acquisto di computer per le matricole con Isee sotto i 50 mila euro. In ottobre è cominciata la campagna di monitoraggio con i test salivari a cui hanno aderito in 5 mila fino ad arrivare a marzo 2021 quando l’Ateneo ha cominciato a vaccinare a tappeto docenti, ricercatori, personale tecnico-amministrativo, riscontrando un’adesione dell’80 per cento.


AL VOTO
Chi siederà sullo scranno più alto del Bo raccoglierà in eredità opere edilizie, una comunità studentesca che continua ad aumentare, i risvolti della pandemia. E dovrà mantenere quell’eccellenza che pone l’Ateneo patavino in cima a tutte le classifiche tranne quella della parità di genere, per la quale c’è ancora molto da fare. Se nella comunità studentesca le studentesse sono molto numerose (superano di poco i maschi) più si avanza nella carriera e meno donne si vedono. Una questione che l’amministrazione uscente ha cominciato ad affrontare e che ricadrà sulle spalle di quella che si insedierà da ottobre. Quattro sfidanti si contendono il titolo, alla fine della prossima settimana il Bo avrà un rettore o una rettrice?
 

Ultimo aggiornamento: 08:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci