PADOVA - Otto luoghi iconici, un unico biglietto.
IL PROGETTO
«É veramente un’occasione straordinaria di apertura dei musei universitari, anche quelli meno conosciuti - dichiara Mauro Varotto, delegato ai musei e collezioni dell’Unipd - Il progetto ha il nome di Grand Tour delle Scienze perché vuole veicolare l’immagine di un’università ricca, poliedrica, che ci parla della storia e delle origini della scienza moderna. Alla stregua del caffè senza porte, come viene chiamato il Pedrocchi, ora avremo anche l’università senza porte: per la prima volta sarà aperta anche nel weekend e nelle festività».
Dal 21 maggio prossimo al 3 marzo 2023, dalle 10 alle 18, sarà possibile partecipare al Grand Tour delle Scienze, che annovera: Palazzo Bo con il suo teatro anatomico e la cattedra di Galileo Galilei; l’Orto botanico, patrimonio dell’Unesco; la Sala dei Giganti ed i suoi affreschi; il Museo di scienze archeologiche e d’arte e Palazzo Liviano; il Museo “Giovanni Poleni” di storia della fisica, il Museo di macchine “Enrico Bernardi” ed il primo Museo di geografia in Italia; per concludere con il giardino storico di Villa Parco Bolasco a Castelfranco Veneto.
L’ACCESSIBILITÁ
In ognuno degli otto luoghi del tour sarà disponibile un’audioguida in inglese e in italiano accessibile tramite la scansione di un QR code. Monica Salvadori, prorettrice con delega al patrimonio artistico, storico e culturale, spiega: «Siamo orgogliosi di presentare il progetto del Grand Tour, che ha visto la collaborazione di tutti e a cui si è lavorato tantissimo. Il progetto nasce da un’idea che ritengo importante: dare la possibilità ad un pubblico vasto di vedere molti più luoghi dell’Università di Padova, non solo i due iconici poli che sono il Bo e l’Orto botanico, ma anche altre realtà museali che meritano di essere conosciute».
Il biglietto individuale avrà il costo di 20 euro mentre quello famiglia, che comprende due adulti e fino a tre ragazzi di età inferiore ai 18 anni, sarà di 35 euro, acquistabili sia online che fisicamente. Giuliana Tommasella, presidente del Centro di Ateneo per i Musei, conclude: «Questo è il segno che ci siamo mossi nella giusta direzione e che stiamo diventando un modello di riferimento a livello nazionale e tutto ciò non sarebbe possibile senza la presenza di un personale specializzato e motivato che desidero ringraziare».
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