PADOVA - Torna a far parlare di sé il re delle spaccate. Amor Ben Lazhar Torch, il pregiudicato tunisino diventato il terrore degli esercenti del centro storico nell’estate 2018, ne ha combinata un’altra delle sue.
LE MANETTE
Torch si è fatto pizzicare domenica sera dagli agenti della Squadra volante mentre spacciava in via Jappelli. Il 42enne, volto notissimo alle forze dell’ordine con precedenti per droga e contro il patrimonio, è stato arrestato e trattenuto nelle celle di sicurezza di piazzetta Palatucci in attesa del rito direttissimo. Ha patteggiato quattro mesi e il giudice non ha adottato provvedimenti restrittivi in quanto Torch, sprovvisto di regolare permesso di soggiorno, risultava già destinatario di un decreto di espulsione del Prefetto di Padova. Avrebbe dovuto essere accompagnato al centro per il rimpatrio di Gradisca d’Isonzo in attesa del primo volo utile per Tunisi. Ma quando i poliziotti gli hanno notificato il provvedimento di espulsione, ha scatenato la sua rabbia distruggendo computer e suppellettili dell’ufficio. Gli agenti hanno cercato di bloccarlo rimediando però una scarica di calci e pugni.
Alla fine il 42enne è stato ammanettato non senza fatica e dichiarato nuovamente in arresto per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamenti. Dopo un’altra nottata in cella di sicurezza è finito in tribunale per il rito direttissimo. Stavolta ha chiesto ed ottenuto i termini a difesa, dilazionando in questo modo i tempi del processo.
Per un mesetto, fino alla celebrazione della direttissima, potrà continuare a scorrazzare per la città. Gli è stata infatti applicata la misura del solo obbligo di firma in questura. Verosimilmente dopo il processo ripartirà l’iter per l’espulsione dal nostro Paese.
Amor Ben Lazhar Torch era uscito di galera nel marzo scorso dopo aver scontato una condanna a due anni e otto mesi per la spaccata del 17 agosto 2018 ai danni del “B Gall” di Galleria Borromeo. Due giorni dopo la scarcerazione il sostituto procuratore Roberto Piccione gli aveva fatto notificare un avviso di garanzia per furto aggravato. É accusato del colpo messo a segno il 22 aprile di tre anni fa all’enoteca Tola Rasa di via Vicenza. Sulle tracce ematiche repertate dai carabinieri il Ris aveva isolato il Dna del tunisino.
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