Tumore al seno rarissimo, Roberto salvato allo Iov grazie alla prevenzione

Martedì 19 Ottobre 2021 di Nicoletta Cozza
Tumore al seno

PADOVA  - L'incidenza tra gli uomini è rara. Appena lo 0,5% di tutti i nuovi casi, che sono in media  500 l'anno nella popolazione maschile, e 50mila tra le donne. E infatti, Roberto Legnaro, 74 anni, quando ha scoperto quel piccolo rigonfiamento sul torace, rilevato mentre faceva la doccia, non pensava che fosse un tumore al seno.

Ma nel momento in cui la diagnosi ha sancito che di questo si trattava, due anni fa ha iniziato le cure per combatterlo.

«Fortunatamente -  osserva - non ho perso tempo e quindi ho superato la prima battaglia, ma ora spero di vincere la guerra». Un messaggio di buon auspicio, che arriva giusto oggi, Giornata mondiale per la prevenzione del tumore al seno, che, come ha sottolineato Patrizia Benini, direttore generale dello Iov, «va promossa senza distinzione di genere».
Il cancro al seno, dunque, pur essendo considerato una malattia prettamente femminile, colpisce pure gli uomini nel cui organismo sono presenti tessuti mammari soggetti alle mutazioni che provocano tumori e metastasi.

«Quando ho rilevato il rigonfiamento - racconta il paziente, che abita a Legnaro ed è nonno di 2 bimbi - immediatamente mi sono sottoposto a ecografia e mammografia, attraverso le quali gli specialisti dell'Istituto Oncologico Veneto hanno riscontrato la presenza del tumore, che è stato tolto: era localizzato e in sala operatoria sono riusciti ad asportarlo completamente. Adesso ogni sei mesi effettuo i controlli, quotidianamente assumo una pastiglia e non mi sono perso d'animo e continuo a lottare. Non bisogna mai sottovalutare i segnali che il corpo ci lancia».

Stefania Zovato, responsabile dell'Uosd Tumori ereditari dello Iov,, aggiunge: «Nell'uomo il rischio di carcinoma della mammella è molto basso, anche se non assente. Se poi è presente una mutazione genetica come quella del Brca 1 o 2, tale rischio aumenta anche di 10-20 volte. Per questo non vanno sottovalutate la possibilità e l'opportunità di estendere il test genetico per tali mutazioni, qualora risultino note fra i parenti, anche ai soggetti maschi di quel nucleo familiare, e di applicare il medesimo protocollo pure in presenza di uomini con diagnosi di carcinoma alla mammella».


Infine, il dg Patrizia Benini ha evidenziato: «Oggi è la Giornata mondiale per la prevenzione del tumore al seno, istituita per sensibilizzare le donne sull'importanza di rilevare tempestivamente questa che è la neoplasia più diffusa nel genere femminile. Ma come ben vediamo la malattia non è esclusiva prerogativa loro, in quanto ha un'incidenza, seppure molto bassa, pure tra gli uomini. La cultura della prevenzione deve essere quindi promossa a tutti i livelli. I progressi della ricerca per la diagnosi e la cura del cancro al seno hanno consentito di far arrivare a una percentuale dell'87% i casi di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi. Porre l'attenzione a piccoli segnali, come ad esempio l'insorgenza di un nodulo nella zona mammaria, mette in sicurezza anche gli uomini da una malattia potenzialmente seria e accresce significativamente le possibilità di arrivare alla guarigione».
 

Ultimo aggiornamento: 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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