Alberto, ingegnere aerospaziale stroncato da un tumore a soli 37 anni

Domenica 14 Marzo 2021
Alberto, ingegnere aerospaziale stroncato da un tumore a soli 37 anni
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PONSO (PADOVA) - Morire di tumore a 37 anni, nel fiore della carriera e con il sogno di invecchiare accanto alla donna che ami. Alberto Villa, ingegnere aerospaziale di Ponso, si è spento ieri mattina tra le braccia della moglie Alice, dopo venti mesi di lotta tenace contro un glioblastoma al cervello. È un destino crudele quello che si è abbattuto sulla famiglia Villa: lo scorso novembre infatti era morta a 68 anni, sempre a causa di un tumore, la mamma Maria Teresa.

Alberto lavorava alla MTA di Conselve, che produce apparecchiature per il trattamento dei gas compressi, la refrigerazione e il condizionamento dell'aria. Si occupava di ricerca e sviluppo e ne andava fiero. «Gli altri dipendenti gli erano molto affezionati perché seguiva il lavoro stando sul campo, non solo alla scrivania» racconta il padre Giorgio Villa. 


INTREPIDO CICLISTA

I numeri e le formule erano la sua passione. Insieme alla bicicletta: d'estate macinava anche 120 chilometri al giorno e con gli amici si divertiva a pedalare sui Colli o a scalare i passi delle Dolomiti. Il 37enne ha lavorato in smart working fino allo scorso novembre, poi il decorso del tumore ha compromesso progressivamente la vista e le capacità motorie. La lucidità, invece, l'ha conservata fino alla fine.  Il glioblastoma gli era stato diagnosticato nell'estate del 2019. Il padre ricorda bene quel primo mal di testa sospetto, talmente forte da richiedere accertamenti: «Era appena tornato dalla Spagna. Il giorno prima aveva firmato contratto per costruirsi la casa». Purtroppo non era semplice stanchezza o stress: la tac non lasciava molti margini di speranza. «Nessuno sopravvive più di due anni» diceva al padre. Eppure Alberto non ha lasciato nulla di intentato: in cura allo Iov di Padova si è sottoposto a cicli di radio e chemioterapie e interventi chirurgici per asportare il tumore. Oltre ai viaggi della speranza a Torino, Milano, Brescia, Monza. «Le ha provate tutte. Ha combattuto per venti mesi come un leone racconta il padre, svuotato dal dolore . È troppo da sopportare: prima mia moglie, ora mio figlio. Ci incontravamo tutti allo Iov: lui con sua moglie, io che accompagnavo la mia. È una cosa terribile».  Alberto non ha mai perso il suo senso dell'umorismo, neppure sul letto di morte. «Sono sicuro che nessuno possa parlar male di lui. È sempre stato corretto, affidabile, generoso. E spiritoso, con un inconfondibile humour inglese». Alberto lascia nel dolore anche il fratello Enrico. L'addio mercoledì alle 15. 
M. E. P.

Ultimo aggiornamento: 14:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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