PIOVE DI SACCO (PADOVA) - Marisa Sacchetto vuole essere risarcita. La celebre cantante sessantaseienne si è presentata in aula davanti al giudice di pace per la prima udienza del processo che vede sul banco degli imputati i due medici dell'ospedale di Schiavonia accusati di averle erroneamente diagnosticato un carcinoma al fegato e di averla costretta a sottoporsi ad una cura chemioterapica, con inevitabili ripercussioni sulle sue condizioni di salute.
Per la prima volta, a sei anni di distanza dai fatti, Marisa Sacchetto si è ritrovata di fronte al dottor Angelo Farruggio, 67 anni, e alla dottoressa Pierpaola Gasparin, di 52, rispettivamente ex ed attuale dirigente dell'Unità di Anatomia Patologica del nosocomio della Bassa.
Tutti i tentativi di conciliazione stragiudiziale non hanno finora prodotto risultati concreti. Enorme la distanza tra le pretese della cantante, che sostiene di aver dovuto rinunciare quasi del tutto alla carriera artistica dopo quella disavventura, e le proposte transattive avanzate dall'unità socio sanitaria provinciale sulla base della consulenza tecnica ordinata dalla Procura: secondo il medico legale Antonello Cirnelli l'assunzione per una decina di giorni del Sutent, un farmaco antitumorale, avrebbe provocato alla cantante lesioni per una durata inferiore ai venti giorni.
Ieri il legale di Marisa Sacchetto, l'avvocato Gabriele Messina, ha compiuto il primo passo formale ottenendo dal giudice la citazione in giudizio del responsabile civile. Entrerà quindi nel processo l'Ulss 6, l'ente chiamato - in caso di condanna - a far fronte alle richieste risarcitorie della paziente. Il processo è stato quindi aggiornato al primo dicembre.