Truffa milionaria durante il lockdown: rigeneravano aziende in crisi per acquisire merce che non pagavano. In cella "Scarface", legami con Cosa nostra

Lunedì 27 Settembre 2021
William Alfonso Cerbo detto "Scarface" e la gigantografia di Al Pacino nel film di Brian De Palma
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PADOVA - Operazione "Zona rossa": la Guardia di Finanza smantella un'associazione per delinquere che commissionava truffe durante il lockdown: 13 persone indagate delle quali tre con misure cautelari in carcere. I finanzieri del Comando Provinciale di Padova, diretti dalla Procura della Repubblica di Rovigo, hanno dato esecuzione a un’ordinanza restrittiva della libertà personale nei confronti di William Alfonso Cerbo, detto "Scarface", per ipotizzati legami con il clan Mazzei di “Cosa Nostra”. Nella sua casa, in un esclusivo quartiere di Milano, trovata la gigantografia di Al Pacino nei panni di Tony  Montana, protagonista del film di Brian De Palma. Ai domiciliari anche il factotum del sodalizio, Ugo Santoro, 49enne padovano.

L'indagine

Le attività d’indagine sono state avviate dalle Fiamme Gialle di Este nel mese di maggio del 2020, a ridosso della conclusione del primo lockdown: è stato disarticolato un complesso meccanismo di frode che ha provocato danni di rilevante entità nei confronti di oltre 60 operatori economici dislocati sul territorio nazionale, in particolare nelle regioni Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige e Veneto. Nel dettaglio, il sodalizio criminoso - che vede coinvolti, a vario titolo, 13 soggetti, di cui uno indagato per ricettazione e alcuni percettori del reddito di cittadinanza, e oltre 20 società nelle province di Bologna, Brescia, Milano, Modena, Padova, Novara e Varese - approfittando della forte recessione economica dovuta all’emergenza da Covid-19, aveva individuato due strutture, apparentemente floride, nelle zone industriali di Sant’Elena e Carmignano di Brenta nel Padovano, quali basi logistiche dell’organizzazione.

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Insospettabili prestanome

Grazie all’assistenza di due professionisti (uno della provincia di Padova e l’altro catanese), il sodalizio, alterando i dati di bilancio e individuando “prestanome” insospettabili, rigenerava aziende, di fatto inattive o decotte, per renderle appetibili al mercato e poter avviare collaborazioni commerciali per approvvigionarsi di importanti quantitativi di merce.

Tale modus operandi consentiva alle società, veicolo della truffa, di risultare “in salute” beneficiando di condizioni di pagamento molto vantaggiose, tra cui dilazioni di pagamento anche superiori ai 90 giorni.

Presentandosi sul mercato le imprese facevano incetta all’ingrosso di prodotti agroalimentari, edili ed elettronici, che puntualmente non venivano pagati, adducendo motivazioni legate alle difficoltà connesse al periodo di lockdown e alla zona rossa nel vicino comune di Vo’ (Padova) - o utilizzando mezzi di pagamento “falsi” (assegni scoperti o bonifici bancari immediatamente annullati). I prodotti “acquistati”, che sostavano nelle basi operative il tempo strettamente necessario per organizzare il loro successivo trasferimento, venivano trasportati in un capannone in provincia di Brescia e, successivamente, distribuiti ad ulteriori operatori economici. Proprio nel capannone di Brescia, nel novembre 2020, i Finanzieri della Compagnia di Este, intercettando i dati di alcuni documenti di trasporto, hanno sottoposto a sequestro beni per oltre 1,2 milioni di euro, tutti derivanti dal sodalizio nel Nord Italia.

Truffa da milioni 

Non appena la pretesa dei fornitori è divenuta insostenibile, la consorteria si è spostata, individuando nuove basi logistiche all’insaputa dei truffati. In appena sei mesi di attività, il danno causato dal sodalizio a società e ditte individuali è stato quantificato in oltre 1,4 milioni di euro. La regolare fatturazione di questi prodotti ha generato la crescita del volume d’affari delle aziende interessate e, in diversi casi, non ha permesso alle stesse di accedere ai fondi statali a sostegno delle imprese per il rilancio dell’economia. Al contrario, le Fiamme Gialle - nel corso delle perquisizioni effettuate presso l’indirizzo di residenza del promotore dell’associazione, un lussuoso appartamento in locazione del valore di oltre un milione di euro, in uno dei quartieri più esclusivi di Milano - hanno rinvenuto (benché costui risultasse nullatenente) tre autovetture di lusso e ricercati elementi d’arredo di altissimo valore: tra questi spiccano alcune gigantografie ritraenti Tony Montana, interpretato da Al Pacino nella nota pellicola di Brian De Palma, protagonista del film cult “Scarface”. 

A conclusione dell’articolata attività d’indagine, il Gip del Tribunale di Rovigo, condividendo la ricostruzione operata, ha emesso tre misure cautelari personali nei confronti dei vertici del sodalizio (custodia cautelare in carcere per la mente dei raggiri, arresti domiciliari per il factotum, obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per il principale buyer), eseguite contestualmente a una serie di perquisizioni locali, che hanno permesso di sequestrare, in due capannoni industriali nella provincia di Brescia, ulteriori beni prodotto della truffa.

Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 10:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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