Galliera Veneta. Cassa peota, partono le denunce. Oltre 200 i risparmiatori truffati

Il buco accertato è di 350mila euro ma l'ammontare dei versamenti potrebbe essere il doppio

Sabato 14 Gennaio 2023 di Michelangelo Cecchetto
Assemblea risparmiatori cassa peota

GALLIERA VENETA - É ormai questione di ore. Verrà formalizzata in tribunale una denuncia penale con richiesta di sequestro conservativo. La pazienza dei risparmiatori, o almeno di una consistente parte di loro nei confronti di Stefano Marin, 71 anni di Galliera Veneta, è terminata. Vogliono sapere che fine hanno fatto i loro risparmi e ritornarne in possesso. Chiedono quindi ad un magistrato di indagare, di valutare se ci siano dei reati e di agire di conseguenza. Nel silenzio del diretto interessato che in principio aveva dato la massima disponibilità a risolvere la situazione, dopo due incontri tra risparmiatori, il primo lunedì a Cittadella, il secondo giovedì a Galliera Veneta, non sono pochi coloro che hanno scelto di tutelarsi appoggiandosi ad un legale. A curare gli interessi dei risparmiatori è lo studio legale Zaniolo & Partners, con sedi a Padova e Galliera Veneta.

I fatti

Il numero è destinato a salire, anche se non c'è certezza su quanti siano i risparmiatori, si parla di almeno 200, con cifre messe da parte per avere un futuro più sicuro, che oscillano da poche centinaia fino a 60-70 mila euro. Si parte da una raccolta accertata dallo stesso operatore, di almeno 350 mila euro, ma la cifra totale sembra arrivi a 800mila. Il denaro è frutto dei risparmi di lavoratori, molti dei quali dipendenti ospedalieri. Sono quattro le raccolte di fondi attraverso la formula della cassa peota. A Galliera Veneta, San Martino di Lupari e poi a Cittadella, nella frazione di Laghi, e nella Torre Mejaniga in Borgo Treviso, a due passi dal centro storico.

I gruppi, fino a quel momento con una certa autonomia, sono stati fatti confluire nell'associazione Organizzazione tutela del risparmio e acquisti. La fondazione avviene nel 1990, con sede a Cittadella: Marin risulterebbe presidente e contabile unico. Di fatto non cambia nulla. Le raccolte avvengono alle date ed agli orari prestabiliti. Non pochi sottoscrittori ricordano - spesso l'incontrarsi durante i versamenti aveva anche una sorta di valenza sociale - che nei gruppi c'erano dei cassieri. La loro funzione era quella di registrare i versamenti e raccogliere il denaro. Al termine delle operazioni giungeva Marin che materialmente prendeva i contanti e li portava con sé. Una forma di raccolta che ancora esiste ed è permessa dalla normativa. Marin l'ha svolta fino a novembre dello scorso anno quando c'erano già stati i primi segnali di allarme.

La svolta

La situazione è precipitata quando uno dei gruppi, circa una cinquantina di persone, ha chiesto a Marin la liquidazione totale di tutti i risparmi. Il gruppo non voleva più versare, ognuno chiedeva di ricevere capitale ed interessi. Ma Marin non poteva svolgere quest'operazione. Non poteva restituire contemporaneamente i soldi. Con un messaggio ha avvisato i risparmiatori di aver presentato denuncia perché sarebbe stato truffato. Dice di aver compiuto delle operazioni finanziarie in Svizzera e i soldi sono spariti. Da parte sua ha espresso la massima volontà di risolvere il problema, di rifondere i risparmiatori mettendo a disposizione tutti i suoi averi, abitazione compresa. Stefano Marin non scappa, fino a pochi giorni fa qualcuno è andato di persona a casa sua. Insomma, dà ancora fiducia ai tanti che da anni l'hanno riposta in lui. La notizia è il classico fulmine a ciel sereno. «Non ci fosse stata la richiesta di liquidazione - chiedono i creditori - ci avrebbe informato di quanto accaduto?». Ad oggi rimangono solo le parole. Non ci sono comunicazioni, della denuncia non c'è copia, solo silenzio. A questo punto - altra domanda dei risparmiatori - ci si chiede se l'autodenuncia sia stata formalizzata effettivamente oppure sia solo una scusa per prendere tempo e per mantenere tranquilli chi ha in mano i libretti, ma non quanto vi è indicato all'interno. A cominciare dai risparmiatori maggiormente esposti, viene interpellato un legale. Comincia un passaparola e viene indetto l'incontro a Cittadella per capire quanti siano effettivamente i risparmiatori. Poi il secondo di un altro gruppo. «Parecchie decine di persone ci hanno già dato il mandato - spiega l'avvocato Dennis Zaniolo - il procedimento penale può essere avviato anche su impulso di una sola persona. É necessario dimostrare il danno esteso, sarà il magistrato a chiarire se ci sono responsabilità, da parte nostra la documentazione raccolta è ampia. Sotto il profilo civile abbiamo un soggetto aggredibile, di qui la richiesta di evitare che le proprietà siano cedute».

Ultimo aggiornamento: 13:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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