Padova. Trapianti da record: 376 interventi in un anno. «Lavoro non stop, tanti da fuori regione»

L'attività di donazioni sta aumentando e si effettuano trapianti anche sui bambini

Giovedì 19 Gennaio 2023 di Nicoletta Cozza
Trapianto di rene, il professor Rigotti in sala operatoria

PADOVA - Il 2022 per Padova è stato l'anno-record dei trapianti. In via Giustiniani ne sono stati effettuati 376, 50 in più rispetto al 2021, cioè il 62,3% del totale di quelli eseguiti nel Veneto (604), con un incremento dei donatori, che sono stati 50 (45 a cuore battente e 5 fermo), e dell'età di questi ultimi, visto che a dicembre è stato impiantato su un sessantenne il fegato di un anziano di 94 anni. Tra le particolarità, invece, c'è il caso di un bimbo nefropatico di soli 8 chili a cui è stato inserito un rene nuovo. Nelle sale operatorie l'attività non conosce stop, si lavora di giorno, di notte e nelle festività, tanto che a Natale i chirurghi, avendo avuto la disponibilità di un fegato, non hanno esitato a utilizzarlo per salvare una vita. Per non parlare della maratona sempre del mese scorso con 17 organi impiantati in 13 pazienti nell'arco di 48 ore, con 150 operatori coinvolti. Insomma numeri eccezionali e infatti ieri nel fare un bilancio sull'attività del 2022 il direttore generale Giuseppe Dal Ben ha esordito dicendo: «Ho la miglior squadra di trapianti d'Italia». Al suo fianco c'erano i 5 direttori dei Centri trapianti dell'Azienda cioè Umberto Cillo (fegato), Piergiorgio Gamba (rene pediatrico), Gino Gerosa (cuore), Federico Rea (polmone), Paolo Rigotti (rene e pancreas), Giuseppe Feltrin e Demetrio Pittarello, rispettivamente coordinatore regionale e dell'Azienda ospedaliera.

I trapianti

Entrando nel merito delle specialità, negli scorsi 12 mesi l'attività ha registrato 24 trapianti di cuore, 114 di fegato, 41 di polmone, 181 di rene negli adulti e 7 in ambito pediatrico, 8 di rene-pancreas e 1 di rene-cuore, con il 35% dei pazienti arrivato da altre regioni. Padova, inoltre, dal 2018 si conferma al secondo posto in Italia per gli interventi di questo tipo. «La nostra area trapiantologica è un'eccellenza internazionale - ha sottolineato Dal Ben -. L'attività delle donazioni sta aumentando, anche se non è ancora tale da soddisfare le domande (699 erano i pazienti in lista d'attesa al 31 dicembre 2021, ndr). L'obiettivo è fare meglio, sviluppando le tecnologie, perché le tecniche di perfusione ci consentono di utilizzare organi che anni fa non avremmo usato. Tutto ciò dimostra la necessità di concentrare le attività in grandi hub e non in piccole strutture, per garantire la qualità. E Padova ha uno dei centri più importanti e performanti d'Italia».
«I risultati - ha aggiunto Feltrin - sono frutto di una visione strategica, dell'organizzazione, di competenze e professionalità, e della solidarietà di chi dona».
«Rispetto al 2021, che evidenziava uno scenario già soddisfacente, nel 2022 abbiamo fatto meglio - ha proseguito Pittarello -.

L'attività non si limita al prelievo nei casi di morte encefalica, ma pure cardiaca, grazie alle valutazioni tecnologiche. Il numero dei donatori effettivi è limitato rispetto a quello dei potenziali, ma comunque è cresciuta la disponibilità di organi solidi e di tessuti come placenta e cute».

Gli specialisti

Il professor Rea, che è anche Direttore del Dipartimento di Chirurgia, ha sottolineato: «I risultati sono frutto di un lavoro di squadra all'interno di un ospedale che è pure leader per la cura di molte patologie, anche rare. Inserire in questo contesto un'attività considerata di emergenza, e che mette in allerta tutto un sistema, è un grande successo». Ed entrando nel merito della sua specialità ha proseguito: «Il polmone è il più difficile da reperire e quindi sono particolarmente felice che sia stato possibile eseguire 41 trapianti, che rappresentano un traguardo storico, perché in nessun'altra parte d'Italia si è arrivati a tanto. Nel 10% dei casi delle donazioni complessive a Padova il prelievo è avvenuto da donatori a cuore fermo e c'è una crescita continua, che per noi è fondamentale. Abbiamo una squadra straordinaria e avremmo bisogno di più spazi. E dietro a tutto c'è un pathos in quanto abbiamo sì persone arrivate alla fine della loro vita, ma altre che rinascono. Per questo non perdiamo un organo che sia uno». Un altro professionista dei record è il professor Rigotti, direttore del Dipartimento Trapianti. «Siamo orgogliosi di lavorare in un'eccellenza - ha detto -. Il numero dei trapianti dipende dai donatori e quindi in primis il grazie va a questi ultimi, però va evidenziato che riceviamo tantissimi reni anche da altre regioni, spesso perché si tratta di casi difficili, ma il fattore che fa la differenza è la nostra disponibilità: proprio ieri abbiamo fatto 3 trapianti di reni e uno di fegato, e il merito è di tutti. Nel 2022 noi ne abbiamo effettuati ben 190. Un record e continuiamo a puntare sui donatori viventi, perché le liste d'attesa per un rene sono lunghe: 6mila pazienti in Italia e 450 a Padova». Il professor Cillo, invece, ha spiegato: «Nel 2022 abbiamo effettuato 114 trapianti di fegato, cosa mai avvenuta. Un risultato corale, che stiamo raggiungendo pure grazie alla parità di genere in sala operatoria, dove abbiamo 5 donne e 6 uomini. Otto sono stati i donatori a cuore battente, mentre nel 2021 c'era stato un solo caso e nel 2020 zero. Poi ci siamo occupati di 10 bambini, facendo di Padova l'ospedale che ha più specialità. Abbiamo utilizzato la tecnica rapid con l'impiego di una porzione dell'organo, e ci siamo avvalsi delle macchine per la perfusione su 45 fegati, in modo da mettere nella migliore condizione quelli che in passato non avremmo considerato. Tutto ciò ci fa guardare con ottimismo al futuro».

Degli interventi sui bambini ha parlato il professor Gamba. «I trapianti pediatrici di rene sono diversi da quelli degli adulti - ha annotato - e forse nel 2022 i numeri non sono stati così significativi. Prendiamo in carico piccoli pazienti di appena 8 chili, cosa che nessun altro centro in Italia fa, ma questo ha dei limiti, perché non possiamo impiantare per esempio l'organo di una mamma che pesa 70 chili, sul figlioletto che non arriva a 10. C'è un ottimo rapporto all'interno dell'azienda che ci ha permesso di effettuare interventi anche di sostituzione di rene-cuore, o rene-fegato». 

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