PIAZZOLA SUL BRENTA - C'è anche un'azienda padovana, la Sir Spa di Piazzola sul Brenta con il socio e amministratore di diritto Franco Ferramosca Domeniconi, coinvolta nell'operazione Plastic Connection, portata a termine dopo una lunga attività investigativa dai carabinieri del comando provinciale di Belluno in collaborazione con quelli del locale Gruppo forestale, su direzione della Procura distrettuale antimafia di Venezia.
Il 46enne, nativo di Arezzo ma residente in centro a Padova, è uno dei 12 arrestati e, come altri 10, si trova ora in carcere (uno è invece ai domiciliari).
L'IMPUTAZIONE
I rifiuti infatti sarebbero stati conferiti illegalmente nell'azienda di Piazzola sul Brenta e alla Resines di Cavaso del Tomba (Treviso) che, a loro volta, li inserivano in parte nel ciclo produttivo destinato alla lavorazione di materie prime plastiche, facendoli quindi sparire. Lo scopo? Rendere irrintracciabile il rifiuto stesso, lucrando inoltre sulle somme pattuite per lo smaltimento illegittimo (almeno 48 euro a tonnellata) nonché con l'ulteriore guadagno frutto dalla nuova plastica prodotta, in cui finivano gli scarti. Parte dei rifiuti venivano anche stoccati illegalmente in aree presenti negli stessi impianti produttivi. L'associazione a delinquere si stima abbia operato tra settembre 2018 e ieri, quando sono scattati i blitz.
I PRECEDENTI
Sir è un'azienda industriale specializzata nella produzione e nella commercializzazione di materie plastiche, che opera con i settori dell'auto, dell'arredamento e della componentistica del settore industriale, rigenerando la plastica. Da Carmignano di Brenta, nel 2016 ha trasferito la sede commerciale e produttiva in via San Silvestro a Piazzola sul Brenta, in un sito individuato per le ampie dimensioni di 25mila metri quadrati coperti su un'area totale di 70mila. Fin dall'insediamento però si sono vissuti vari momenti di tensione con gruppi di residenti, che hanno costituito il Comitato Piazzola Ambiente. Più volte avevano lamentato odori acri nell'aria a volte irrespirabile soprattutto di notte, spargimenti di microplastiche in un fossato ed altre situazioni che avrebbero messo a rischio salute e sicurezza. «In questo momento non rilasciamo nessuna dichiarazione su quanto avvenuto ha spiegato ieri l'amministratore delegato Paolo Ferramosca Domeniconi, fratello di Franco. L'azienda è operativa, non c'è nessuna interruzione dell'attività dove lavorano 54 persone».