Tombolo, il paese che mette le proprie celebrità sui cartelli stradali

Martedì 16 Aprile 2019 di Paolo Francesconi
Tombolo, il paese che mette le proprie celebrità sui cartelli stradali
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TOMBOLO -  Strano è. In un paese di 8.400 abitanti spuntano campioni ed eccellenze come funghi dopo la pioggia: olimpionici di ciclismo, vice campioni del mondo di calcio e giocatori di serie A, campioni di nuoto, per limitarsi ai più famosi. Ma anche big dell'economia, tra tutti Ennio Doris, fondatore di Banca Mediolanum. C'è una concentrazione di talenti a Tombolo, comune dell'Alta padovana che dal 1805 unisce sotto lo stesso tetto il capoluogo (4.800 abitanti) all'unica frazione Onara (3.600), diocesi di Treviso il primo, diocesi di Padova la seconda, lontani appena 2 chilometri, entrambi fieri della propria storia e tradizione.
Ora c'è che Tombolo ha deciso di mostrarsi con le sue caratteristiche e celebrare a futura memoria le sue eccellenze allestendo otto cartelli colorati, permanenti, con le foto dei protagonisti, tutti vivi e vegeti (a parte un Papa), e dei luoghi-simbolo. Cinque pannelli sono dedicati ai grandi del paese, Dino Baggio, vicecampione del mondo con la Nazionale di Sacchi, Giuseppe Beghetto, olimpionico di ciclismo, Ennio Doris, Luca Dotto, nuotatore di livello mondiale, papa Pio X, nativo della vicina Riese ma per 9 anni cappellano mai dimenticato nel paese dove di lui si conservano memorie e documenti, più altri tre cartelli su Villa Giusti del Giardino, patrimonio storico in decadenza e all'asta; il parco-palude di Onara, area naturalistica sulle risorgive del Tergola meta di visite tutto l'anno; la chiesetta di Santa Margherita, nel sito del castello primo insediamento della famiglia degli Ezzelini che prima di essere da Romano furono di Onara.

 
LA CELEBRAZIONE
«Da metà maggio - dice il sindaco Cristian Andretta - questi pannelli, grandezza 170x50 cm, saranno collocati alle otto entrate del comune». Pur capitando sotto elezioni, l'iniziativa va inquadrata in una più ampia operazione culturale di riscoperta di storia e identità in corso da alcuni anni con il sostegno e il contributo della Regione Veneto, avviata dal Rotary Club di Cittadella con al centro il volume Il passato e il presente (Biblos). Il progetto è poi passato per la celebrazione dei 300 mediatori, con un monumento indicante nome, cognome e soprannome di ognuno di loro, protagonisti assoluti delle vicende del paese dalla Prima guerra mondiale agli anni 70' e ha previsto ulteriori incontri e mostre. Con la sguardo rivolto non solo indietro ma anche al domani.
All'interno della stessa operazione culturale, infatti, a maggio, 300 ragazzi delle scuole medie e delle quinte elementari saranno i protagonisti di capsule del tempo: ognuno di loro scriverà una lettera al futuro (come immagina se stesso, la famiglia, il paese, gli amici, il mondo tra 50 anni), per l'esattezza nell'aprile 2070, quando verrà riaperta la stessa lettera che sarà depositata all'interno del monumento ai Mediatori.
LE ORIGINI
Resta però la singolarità di Tombolo. Paese tra i più poveri del Veneto agli inizi del secolo scorso, solo pochi anni fa era nelle posizioni di vertice per ricchezza e capacità di risparmio in Italia, con conti in banca più alti della media dell'area. Il mito fondativo sono gli oltre 300 mediatori di bestiame che fecero del paese il centro del commercio delle carni del Nord Italia con l'Est europeo soprattutto durante la Guerra fredda. Figure leggendarie per gli sforzi, l'abilità, l'intraprendenza, in affari dall'alba alla sera nei trenta, dicasi trenta, bar del paese. Di questa epopea, anche familiare, Ennio Doris parla in modo commovente e non fa mistero del fatto che il modello Mediolanum, con il family banker e le altre intuizioni, affonda proprio qui le sue radici.
Ma oggi Tombolo stupisce per essere fucina di atleti di valore nazionale e internazionale, con una ricchezza di talenti che si allarga al campo artistico. Nello sport, oltre ai nomi più titolati la lista è lunga, calciatori di rango (vari Beghetto e Bacchin in serie A, oggi c'è un Andrea Beghetto che gioca nel Frosinone), pattinatori, nuotatori (Andrea Toniato). E la tradizione va avanti con i Millennials, la campionessa italiana Giulia Fraccaro e la ranista Anna Bizzotto, passando per molti altri sportivi di livello nazionale e regionale.
IL GENIUS LOCI
Che si tratti di qualcosa di singolare è abbastanza evidente. Più complicata è la spiegazione. Qualcuno tira in ballo il genius loci, lo spirito del posto, altri sospettano una poco dimostrabile questione genetica, tesi che affascinò anche lo scrittore Giovanni Comisso che nel 59 dei tombolani tessè gli elogi: «Questa gente - scrisse - non deve avere la stessa origine degli altri contadini della provincia di Padova e Treviso Sono bravi, tenaci, attori, nessuno come i tombolani ha concentrato su se stesso tanti aspetti fisici, economici pittoreschi ma soprattutto lavorativi Sono gente provata a lottare contro tutte le scaltrezze umane e contro gli imbrogli, ma sono i primi a mantenere fede alla parola data». C'è chi chiama in causa uno spirito di emulazione più spiccato che altrove che spingerebbe i singoli a tirare fuori il meglio del proprio potenziale per superare il vicino di casa. Interpretazioni. Più semplice la lettura del sindaco Andretta che ha voluto i caratelli insieme alle Pro loco di Tombolo ed Onara, all'associazione Archeo Medio Brenta, e al curatore grafico Jdw di Danilo Calderaro: «È il dna della fame - dice - Eravamo poverissimi, la terra non era fertile, la gente si è data da fare, si è inventata un lavoro dal nulla. In qualche modo è stata trasmessa questa voglia di continua di migliorare».
Giusto, ma il dna della fame non è un'esclusiva di Tombolo, c'è in altre zone del Veneto, eppure non sfornano talenti a ogni generazione. Luciano Sandonà, consigliere regionale della Lega di un paese vicino (Campo San Martino) e appassionato della tradizioni dell'Alta padovana, la prende larga: «Questo è uno dei territori più dinamici e aperti di tutto il Veneto. C'è una forza propulsiva non comune a livello economico e di vita sociale. Le ricchezze sono tante. Nei paesi è rimasto un profondo senso di identità. È un po' lo specchio del meglio che offre il Veneto».
Nei promotori di questa iniziative culturali c'è comunque sempre un intento educativo. Questi cartelli stradali mirano anche a mostrare la strada ai giovani, a indicare esempi per fare la propria parte e migliorare se stessi e il paese. Ritorna il tema dell'identità ma in termini positivi, un'identità per e non un'identità contro. Fra poche settimane i cartelli identitari compariranno agli otto ingressi del comune. Chissà se l'idea contagerà altri paesi. Non è escluso. Pare infatti che nella vicina Fontaniva, ci stiano pensando...potenza dell'emulazione.
 
Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 12:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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