L'argento olimpico di Frigo in staffetta entra nella storia del nuoto: «Tutto fantastico»

Martedì 27 Luglio 2021
I quattro azzurri con la medaglia d'argento: il cittadellese Manuel Frigo è il primo a destra

PADOVA - Lo sport padovano torna sul podio olimpico grazie a Manuel Frigo, medaglia d’argento nella 4x100 stile libero a Tokyo. Una gara magnifica, esaltante che ha visto gli azzurri cedere solo agli Stati Uniti e terminare al secondo posto con il tempo di 3’10”11, migliorando per la seconda volta in poche ore il record italiano.
Come già in semifinale, il cittadellese Manuel Frigo è stato il quarto e ultimo frazionista e ha nuotato i suoi 100 metri in un eccellente 47”63.

Emozionatissimo, a fine gara ha così commentato lo straordinario risultato: «Per me era impensabile soltanto tre anni fa essere qui e ora arriva addirittura una medaglia d’argento. È semplicemente fantastico quello che abbiamo realizzato. Questa medaglia mi ripaga per tutto il duro lavoro fatto. Per questo podio ho sacrificato veramente qualsiasi cosa, mi sono addirittura tagliato i baffi».


UN VANTO
Frigo è tesserato per il Team Veneto, multiclub presieduto da Davide Pontarin che comprende una decina di società di tutta la regione. «La medaglia di Manuel è un sogno – dice – e nessuno la merita quanto lui. Frigo è l’atleta ideale sia in piscina che fuori. Lavora con passione, dedizione, ha sempre l’atteggiamento giusto; quando i risultati non arrivano, si impegna ancora di più per migliorare. È un vanto per il Team Veneto e rispecchia alla perfezione quello che è il nostro modo di intendere il nuoto, ossia costruire atleti di valore in casa senza andare a cercarne di già pronti, facendo “mercato”, in giro. Sono davvero contento per questa sua medaglia d’argento. Dal 2019 si allena a Roma con Claudio Rossetto, ma a crescerlo e farlo maturare è stato Claudio Priamo, nella piscina di Rosà».


QUANTI DUELLI
Ed eccolo Claudio Priamo che da un paio d’anni, per motivi di lavoro, si è trasferito a Merano, ma che con Manuel Frigo è sempre in contatto: «Ha iniziato a venire in piscina che era un bambino e l’impegno non gli è mai mancato. È entrato a far parte della Scuola Nuoto e a 14 anni sono arrivati i primi risultati importanti ed è stato convocato con la nazionale giovanile per il Trofeo Coni. Già da quei tempi i suoi principali avversari nella gare di velocità, erano gli attuali compagni di squadra della staffetta 4x100 che ha vinto la medaglia d’argento a Tokyo. Quanti duelli, in particolare con Alessandro Miressi, attuale primatista italiano sui 100 stile libero».
«La crescita di Manuel come atleta è stata graduale, non ha mai cercato di fare il passo più lungo della gamba, che per come la vedo io è il sistema più corretto per progredire. Non solo come nuotatore, ma anche come persona. L’ho allenato fino al 2019, ma sono sempre in contato con lui. Ci sentiamo spesso al telefono e ci mandiamo spesso dei messaggi. È anche venuto a trovarmi a Merano e sa che quando ha bisogno io ci sono. In qualche occasione anche per riprenderlo, se è il caso: abbiamo un ottimo rapporto».


FLUIDO E CONCENTRATO
«Inutile dire - conclude Priamo - che ho seguito la finale con grande apprensione. Aver fatto il miglior tempo assoluto in semifinale voleva dire poco, anzi, era addirittura preoccupante, perché la 4x100 è la gara più difficile di tutte da decifrare, i quartetti vengono rimescolati, vengono inseriti i più forti, i pezzi da novanta, come hanno fatto tutti, compresi Stati Uniti e Italia, non si sa cosa aspettarsi. Nel clan azzurro c’era molta fiducia, come era giusto, ma per fortuna non è sconfinata nell’euforia e il grande risultato è arrivato. Come in semifinale a Manuel è stata affidata la delicatissima ultima frazione, che è sempre determinante: ha nuotato benissimo, non ha sbagliato nulla, si è visto dopo due bracciate che avrebbe fatto una grande prova, era sciolto, fluido, concentrato. Sono strafelice, è stato bravissimo. Se mi prendo una parte del merito? No, in piscina è andato lui, io l’ho guardato in televisione, ho fatto il tifoso. Adesso non vedo l’ora di poterlo vedere e abbracciare. A Manuel lo dicevo già nel 2015 prima dei Giochi di Rio, che anche lui poteva diventare un nuotatore da Olimpiadi».
Le ultime medaglie padovane risalivano ai Giochi del 2008 a Pechino, con l’oro di Marco Galiazzo nel tiro con l’arco a squadre e il bronzo di Andrea Facchin nei 1.000 metri di canoa; nessun podio né a Londra nel 2012, né in Brasile nel 2016. L’attesa, durata tredici anni, è stata ora colmata da un grande Manuel Frigo.
 

Ultimo aggiornamento: 08:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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