Timbrava e poi usciva: chiesto rinvio a giudizio per una dirigente Arpav

Giovedì 6 Settembre 2018 di Lino Lava
foto di repertorio
PADOVA - Truffa aggravata ai danni dell'Arpav. Il pubblico ministero Maria D'Arpa chiede il rinvio a giudizio di Stefania Stella, laureata in Ingegneria strutturale, dirigente Arpav, dal 2013 in distacco con la qualifica di dirigente tecnico all'Unità di Sezione Bacino Idrografico Brenta e Bacchiglione del Genio Civile di Padova in corso Milano. Adesso la dirigente dovrà comparire davanti al giudice dell'udienza preliminare.

L'Arpav si costituirà parte civile con l'avvocato Giovanni Lamonica. I sospetti erano durati mesi. Tutti vedevano la dirigente dell'Arpav che entrava e usciva dagli uffici del Genio civile a suo piacimento, quasi sempre con la borsa della palestra o con la borsa della spesa. Qualcuno ha deciso di avvertire i carabinieri. E dopo alcuni appostamenti gli investigatori non hanno potuto fare altro che confermare quello che i dipendenti del Genio già sospettavano. La collega dell'Arpav timbrava la mattina e poi spariva. Molte delle ore che avrebbe dovuto dedicare al lavoro venivano passate n palestra a fare ginnastica, al mercato a fare le spese o nei negozi a fare shopping. Le indagini sono state compiute dagli uomini del Nucleo investigativo dei carabinieri tra la fine del 2017 e i primi mesi di quest'anno.
 
La dirigente sarebbe uscita dal lavoro innumerevoli volte senza alcun ordine di servizio. A riprova del suo comportamento ci sono video e fotografie che la ritraggono mentre timbra il cartellino e poi esce dall'ufficio. Al Genio civile, che ha gli uffici in corso Milano, dietro al teatro Verdi, la cosa era risaputa da tempo. Molti impiegati erano a conoscenza del comportamento di Stefania Stella e dopo aver sopportato per un po' le assenze della collega qualcuno ha parlato. Ora c'è l'udienza preliminare del rinvio a giudizio. Se verrà mandata davanti ai giudici del Tribunale collegiale l'impiegata infedele potrebbe essere sospesa in attesa che si faccia chiarezza sulla sua posizione. Ad aggravare il suo stato c'è la legge Madia che impone un timing piuttosto accelerato per i dipendenti pubblici assenteisti e che può arrivare anche al licenziamento definitivo.
Perché la legge si possa applicare è necessario che ci sia la flagranza di reato, ovvero che il dipendente venga colto sul fatto e che non ci siano condizioni plausibili per la sua assenza dal posto di lavoro. Ma nonostante manchi la flagranza la legge può essere applicata anche nel caso della dipendente dell'Arpav distaccata al Genio civile.
 
Ultimo aggiornamento: 17:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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