Terreno ex Prandina, l'ora della verità: parcheggio o parco. Oggi la firma

Lunedì 12 Luglio 2021 di Mauro Giacon
terreno ex Prandina, parcheggio o parco
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PADOVA - Oggi a palazzo della Ragione ci sarà la storica firma fra Comune e demanio che sancirà lo scambio di terreni fra i due enti. Quello di via Anelli passerà allo stato in cambio di quello della Prandina. In fondo il problema per il terreno dell’ex Bronx non esiste. L’accordo stabilisce già che sulla superficie nascerà la nuova questura. Lo stato ha messo via 50 milioni di euro per farla. E il Comune sarà stazione appaltante per conto del ministero dell’Interno, contribuendo a sveltire tutte le pratiche dei bandi di progettazione. Molto più interessante invece capire che cosa succederà sul terreno centralissimo della ex Prandina fra via Orsini e Corso Milano. La prima immediata conseguenza della firma di oggi è che la Prandina non sarà più un park gratuito ma a pagamento. Il demanio infatti l’aveva concessa al Comune il 27 luglio del 2018 nelle more dell’accordo, ma palazzo Moroni non poteva certo imporre una tariffa su un terreno non suo. Da domani ogni giorno è buono per Aps. Di questa idea è anche l’assessore alla Mobilità, Andrea Ragona, che l’ha già pubblicamente espressa il 12 settembre 2020: «Non appena avremo la permuta sarà a pagamento così verifichiamo se serve».
 

IL CONCORSO

Ma a medio-lungo termine? Qui si giocherà l’eterna lotta fra i commercianti che chiedono un parcheggio da mille posti che faccia respirare i negozi del centro e alcune associazioni che invece ci vedono un polo misto culturale-ambientale. Il sindaco ha anche chiesto ad “Agenda 21”, summit andato avanti mesi, fra cittadini commercianti e associazioni, di discuterne. Risultato, una grande baruffa che non ha portato a nulla. Anzi a dire la verità Giordani aveva promesso proprio quel 27 luglio un concorso d’idee, per trovare la soluzione. La Giunta firmò una delibera (numero 465 del 23 luglio 2019) ma i risultati non si sono mai visti.
 

IL PROJECT

Negli ultimi tre anni se ne sono accavallate diverse. Nel febbraio del 2019 il Gazzettino rivela la simulazione di Parcheggio e Immobiliare srl (gli stessi del park Rabin) per un project financing. Costo circa 11 milioni di euro. La ditta poi guadagnerebbe con gli incassi, mentre al Comune andrebbe una percentuale dei ricavi. Dopo 39 anni la proprietà dell’opera tornerebbe al pubblico. Ipotizzando 1,50 euro all’ora con il parcheggio che si riempie solo otto ore, sono 6mila euro al giorno circa. Solo per 250 giorni fanno 1,5 milioni l’anno, dei quali 200mila andrebbero al Comune. Dopo 40 anni i privati avrebbero guadagnato 40 milioni e il Comune 8 milioni di euro.
 

L’OASI

Il contraltare arriva nel marzo dell’anno scorso quando varie associazioni ambientaliste con in testa Sergio Lironi e Luisa Calimani presentano un schema di trasformazione escludendo il parcheggio. La Prandina diventa un’oasi culturale e naturalistica per diminuire lo smog. Spazi per l’infanzia e per spettacoli all’aperto, una casa delle associazioni e del volontariato, laboratori dedicati al teatro e alle associazioni musicali, orti urbani e un bosco, vendita di prodotti. Infine spazi per la sosta e l’assistenza ai ciclo-turisti, ricariche elettriche.
 

LA TERZA VIA

Pochi giorni dopo si presenta la terza via. Il Gazzettino rivela lo studio che Aps holding ha fatto fare a un noto professionista per una destinazione mista. È una sorta di piano salva-spazi con 240 posti auto con una piattaforma al centro ma con la possibilità di un doppio fondo coprendo con un terrapieno via Orsini, immettendosi così direttamente a passeggiare sulle mura ma con sotto uno spazio per le auto che raddoppierebbe la portata. Tutta la zona verso piazza S. Giovanni diventerebbe un parco.
 

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