Terme Euganee, persi 30 alberghi in 20 anni tra fallimenti e cambi di proprietà

Ne rimangono 85: se ne aggiungeranno altri a quanti hanno gettato la spugna tra pandemia e caro bollette?

Lunedì 5 Settembre 2022 di Eugenio Garzotto
Grand Hotel Orologio ad Abano
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ABANO/MONTEGROTTO - Il 18 settembre verrà demolito con l’esplosivo. L’hotel Rio d’Oro di Montegrotto Terme cesserà definitivamente di esistere per lasciare spazio alla costruzione di una casa di riposo. Con il suo abbattimento arrivano a trenta gli stabilimenti alberghieri delle Terme Euganee usciti di scena nell’arco di oltre un ventennio. Fra Abano, Montegrotto, Galzignano e Teolo: ne rimangono ottantacinque. In vent’anni, quindi, ne è scomparso praticamente più di un quarto fra fallimenti e cambi di proprietà che in alcuni casi si sono conclusi con la loro demolizione.

Un numero impressionante che testimonia di un cambio radicale del panorama del turismo curativo del bacino euganeo.

Le storie

Nell’elenco, nomi che ne hanno fatto la storia. La memoria corre inevitabilmente all’hotel Orologio, vero e proprio simbolo di Abano, meta preferita per anni di Presidenti della Repubblica, regnanti europei e attori. Il sipario, dopo una serie di vorticosi passaggi di gestione, cala malinconicamente proprio nel 2000, all’inizio del secolo. Ora il suo destino, dopo la cessione da parte dell’Enpam (l’ente nazionale dei medici) al fondo statunitense Apollo, resta incerto. Ma la storia di quelli che vengono chiamati “alberghi dismessi” registra anche dinamiche clamorose che non hanno fatto certo bene all’immagine del termalismo euganeo. Come l’hotel Centrale di via Jappelli, protagonista l’anno successivo, di un episodio sconcertante. Nonostante fosse stato decretato il fallimento della società di gestione Europa Hof, lo stabilimento aveva continuato ad accettare prenotazioni. E quando il curatore fallimentare si presentò per apporre i sigilli era in piena attività. I centocinquanta clienti dovettero fare in fretta e furia le valigie mentre l’allora presidente degli albergatori Massimo Sabbion si attaccava al telefono, riuscendo fortunatamente in poche ore a “dirottarli” in altre strutture.

Chi ha chiuso

Non fu certo la migliore delle promozioni per il turismo euganeo. Ma la lista, si diceva, è lunga. In questi vent’anni (ma per alcuni la cessazione dell’attività arrivò addirittura nella seconda metà dei Novanta), hanno chiuso i battenti fra Abano e Montegrotto le Antiche Terme, il Bagno Romano (abbattuto), il Bertha, il Caesar, il Commodore, il Cristallo (anch’esso a breve destinato alla demolizione per far posto a un supermercato), il Grand Torino, il Salvagnini, l’Imperial, l’Italia, il Magnolia (al centro di un progetto di recupero in chiave sanitaria da parte della Casa di cura aponense), il Massaggio, il Mediterraneo (demolito), il Michelangelo, il Millefiori (abbattuto), il Monaco, il Mondial, il San Marino (rasi al suolo dagli acquirenti all’asta in vista della costruzione di un family hotel), il Montecarlo, il Regina, il Reve Monteortone (anche se la società padovana che ne è proprietaria punta al rilancio), il San Marco, il Sollievo, lo Sporting Center, il Terme Euganee, il Verona e il Firenze. Tirando le tristi somme 15 sono gli hotel di Abano usciti dal mercato, 13 quelli di Montegrotto, 1 di Teolo e 1 di Battaglia.

Il futuro

A parte quelli demoliti dalle ruspe, per alcuni si va verso una modifica della destinazione d’uso in chiave commerciale e residenziale. Ne restano in attività, come detto, ottantacinque: 58 ad Abano Terme, 22 a Montegrotto, 3 a Galzignano e 2 a Teolo. Se ne aggiungeranno altri a quanti hanno gettato la spugna? Questa è l’incognita, dopo la grave crisi patita dal settore a causa delle chiusure imposte dalla pandemia e l’impennata del costo delle materie prime che ha fatto schizzare in alto le bollette e ha avuto pesanti riflessi su tutta la filiera economica, compreso l’indotto dei negozi.

Ultimo aggiornamento: 6 Settembre, 10:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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