Boom di ricoveri, rianimazioni al limite, scatta il piano per aprire nuovi reparti

Giovedì 25 Novembre 2021 di Elisa Fais
Situazione delicata nelle terapie intensive

PADOVA - E’ boom di ricoveri per Covid in Azienda ospedaliera.

Nell’ultima settimana sono finiti in rianimazione ben diciannove padovani in condizioni critiche, nessuno di loro risulta vaccinato e il più giovane ha 36 anni. In serata è stato dimesso dalla terapia intensiva pediatrica anche un bimbo di appena dieci mesi, che ha fatto fatica a riprendersi dopo aver contratto il Covid dai genitori. La corsa del contagio punta dritto alla fetta di popolazione che non può o non vuole vaccinarsi, dai bambini ai no-vax, mentre la pressione ospedaliera continua a salire. Negli ultimi sette giorni via Giustiniani ha accolto ben 44 nuovi pazienti positivi, il dato più alto registrato negli ultimi sei mesi, segnando così un nuovo record. Mentre la quarta ondata s’infrange sulla cittadella sanitaria padovana, il direttore generale Giuseppe Dal Ben mette sul tavolo il piano di potenziamento ospedaliero per aprire nuove aree dedicate ai pazienti Covid.

IL PIANO

Attualmente in Azienda ospedaliera ci sono 92 pazienti Covid: 26 in area medica, 18 in terapia intensiva, 14 in sub-intensiva, 34 in geriatria. «La situazione è preoccupante, sono numeri importanti – dichiara Dal Ben -. Stiamo assistendo alla pandemia dei no-vax, le persone in terapia sub-intensiva e intensiva per gran parte non sono vaccinate. Abbiamo già riempito la Rianimazione centrale del dottor Ivo Tiberio, con diciotto posti letto occupati. E ora ci troviamo davanti a due opzioni: dedicare al Covid anche l’ex Istar 3 diretta dal professor Paolo Navalesi al quinto piano del policlinico, con undici posti letto, oppure riconvertire la terapia intensiva dell’ospedale Sant’Antonio con 18 posti letto. Siamo pronti a intervenire anche nell’area medica, stiamo preparando 22 letti Covid al nono piano del policlinico, presso la Clinica medica III del professor Roberto Vettor. Di questi 22, dieci posti letto saranno destinati all’area non critica mentre gli altri dodici letti saranno adibiti alle cure semi-intensive. Ci prepariamo a fronteggiare un ulteriore peggioramento, anche se la speranza è quella di dimettere il più possibile i pazienti».

I DATI

Attualmente sono positivi al tampone 5.198 residenti a Padova e provincia, il 17 novembre scorso il dato si fermava a 3.403 (+1.795 in una settimana). Guardando ancora più indietro, un mese fa si aveva a che fare con appena 1.654 casi (il balzo in avanti sfiora il +70%). Padova, ancora una volta, mantiene la posizione di leader in Veneto per numero di casi positivi. «La curva sta aumentando sempre più la pendenza – afferma Dal Ben -. Le previsioni per metà dicembre sono critiche, si stima un raddoppio dei casi positivi rispetto oggi». L’ultimo bollettino registra 410 nuovi casi d’infezione tra martedì e mercoledì, oltre a due decessi legati al Covid. In tutti gli ospedali di Padova e provincia si contano 122 ricoveri (+5) e 14 assistiti nelle strutture di comunità.

Nella settimana che va dall’8 al 14 novembre l’incidenza nel padovano è di 171 casi ogni 100mila abitanti. I tamponi refertati in Azienda ospedaliera negli ultimi 7 giorni sono stati 12.143, di questi sono 804 i nuovi casi Covid (pari al 6,6%). «Le classi di età sono colpite dal Covid in maniera abbastanza uniforme, con un picco tra i 45 e i 65 anni – precisa Dal Ben -. I sequenziamenti hanno sempre dato esito variante Delta». Nell’ultima settimana sono state portate a termine 234 missioni per casi Covid o sospetti Covid del Suem 118, una media di 33 al giorno. 378, inoltre, gli accessi al Pronto soccorso Covid: tra questi sono risultati effettivamente positivi 118 adulti e 18 bambini.

 «Ricordo a tutti che la vaccinazione è fondamentale – dichiara Dal Ben - perché riduce la gravità della malattia. Lo stiamo vedendo giorno dopo giorno, con numeri oggettivi. E’ inoltre fondamentale il comportamento personale: dall’uso della mascherina, al rispetto del distanziamento sociale fino all’igienizzazione delle mani. Per fermare la crescita del contagio, dobbiamo agire subito». Ad oggi il 50% del personale sanitario dell’Azienda ospedaliera si è vaccinato con terza dose. Salgono a 233 i dipendenti no-vax sospesi; mentre sono 16 coloro che, dopo essersi vaccinati, sono stati reintegrati. Su 233, ben 211 sono infermieri o oss. «Un numero che pesa sull’organizzazione», commenta il dg. Al momento risultano positivi al Covid 22 sanitari.

Ultimo aggiornamento: 16:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci