Team for Children, Chiara Girello Azzena voleva chiudere la onlus

Lunedì 21 Novembre 2022 di Alberto Rodighiero
Chiara Girello Azzena
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PADOVA - A marzo dell’anno scorso la presidente Chiara Girello Azzena voleva chiudere definitivamente l’associazione Team for Children e destinare le risorse della onlus a non meglio precisate «famiglie bisognose». A certificarlo è il verbale del consiglio direttivo che si è tenuta nelle sede di via Fortin il 27 marzo 2021. Riunione a cui hanno partecipato, oltre alla presidente, il vicepresidente Stefano Scanferla e i consiglieri Elena Greggio, Enrico Ravazzi e Sandra Calore. Un incontro da cui emerge chiaramente, inoltre, che i rapporti tra l’associazione e l’Azienda ospedaliera erano da tempo ridotti ai minimi termini. 
 

I PROBLEMI
Chiara Girello Azzenza giovedì aveva così commentato l’indagine portata avanti dal pubblico ministero Sergio Dini, che la vede indagata per appropriazione indebita: «È un putiferio con cui sono stati buttati all’aria quindici anni di lavoro onesto». Intanto però si capisce che già da molto tempo l’associazione navigava in acque piuttosto agitate. Il verbale, infatti, sembra raccontare una storia fatta di tensioni interne alla onlus (e come abbiamo documentato nei giorni scorsi le cause sarebbero legate appunto, alla gestione dei conti da parte di Girello Azzenza). Emergono anche i rapporti per nulla distesi con il principale interlocutore di un’associazione che si occupa dei piccoli pazienti dell’oncoematologia pediatrica, ovvero l’Azienda ospedaliera
Per giustificare l’intenzione di chiudere l’associazione la presidente in questa riunione del marzo 2021 spiega che la onlus non può più andare avanti dopo che ad andarsene è stata una segretaria. «La presidente comunica ai presenti – si legge nel documento – l’intenzione di chiudere l’associazione in quanto con l’uscita di S. l’ufficio rimarrebbe senza la segretaria. In questo momento nessuno è in grado di sostituirla e lei (Girello Azzena) non ha più voglia di ricominciare a spiegare le cose». 
 

IL RAPPORTO
Detto questo, la presidente comunica che la decisione di chiudere sarebbe anche legata al fatto che è venuto meno il rapporto di fiducia e collaborazione con l’Azienda ospedaliera. Sempre durante la riunione, infatti, fa presente che «non ha più interesse per l’associazione in quanto è venuto a mancare il rapporto con l’ospedale e le attività che aveva con i bambini e, visto quello che sta succedendo, ha il serio dubbio che tutto tornerà come prima. Con la dottoressa ha cercato più volte di parlare e spiegarsi, ma all’interno dell’ospedale si sono creati degli attriti». Le accuse nei confronti dell’Azienda ospedaliera si fanno, poi, più circostanziate: «La dottoressa ha sempre svolto lavoro di laboratorio e, pertanto, non capisce la necessità e la presenza dei volontari in day hospital e reparto. Per cui tornare alla normalità sarà difficile. Inoltre è triste vedere la Teen zone ridotta a un magazzino». 
Secondo la presidente, infatti, gli adolescenti non sono più presenti all’interno di quest’area, uno spazio pensato per pazienti tra i 14 e i 18 anni costretti dalla malattia a trascorrere la degenza nella Clinica di Oncoematologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera. L’area ha una superficie di 400 metri quadri ed è dotata di tutti i comfort, dall’area cinema all’area musicale, con uno spazio dedicato allo svago con play station e giochi, un grande acquario e un’area ristoro. 
«Da parte dell’ospedale – aveva detto ancora la presidente secondo quanto emerge dal verbale – c’è una continua richiesta di borse di studio e l’associazione non è nata per questo». Sempre durante la riunione, la presidente «propone che rimanga solo E. come segretaria» e propone soprattutto di sgonfiare un po’ i conti correnti». E qui le opzioni sono due. O finanziare dei progetti mirati o delle associazioni, oppure dividere le risorse «tra le famiglie bisognose di bambini guariti e non» e arrivare a dicembre e poi chiudere l’associazione. Una proposta che fa scattare il campanello d’allarme tra i consiglieri che evidentemente già nutrivano qualche perplessità sulla gestione della onlus. «La signora Schiavon – si legge ancora nel verbale – fa presente che non è il caso di fare una regalo in denaro ad una famiglia bisognosa perché non in grado di gestirlo». Secondo i ben informati, al momento della riunione nella cassa di Team for Children ci sarebbero stati 400.000 euro. 
 

LA NOMINA
Nel verbale si scopre anche un’altra curiosità. «Alla proposta del consigliere Ravazzi di far entrare la signora Schiavon nel direttivo – si legge nel documento – viene risposto che non è possibile in quanto in conflitto (d’interessi ndr) dal momento che c’è già suo marito che ha una carica di consigliere». Una regola che, però, viene meno nel direttivo successivo, quello che si insedierà nel giugno del 2021. ll “consiglio”, infatti, rispetto al passato è decisamente più a “conduzione familiare”. Ad affiancare Chiara Girello Azzena c’è, così, il vicepresidente Giacomo Tortu che della presidente è il nipote. Non solo. Tra i consiglieri figura anche Giovanni Azzena figlio della presidente, nonché consulente legale del Comitato esecutivo. A chiudere il cerchio c’è, infine, Giulia Cantarelli, fidanzata di Giovanni Azzena. 
 

Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 10:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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