Tamponi rapidi in vendita nei supermercati: costano da 7 a 9.90 euro

Martedì 8 Giugno 2021 di Mauro Giacon
Nei supermercati tamponi rapidi e test sierologici

PADOVA - Qualche catena della Grande distribuzione li vende da una settimana. A qualcuno sono arrivati ieri. Altri li riceveranno a metà giugno. Sono i test rapidi per sapere se si è preso il Covid.
Dopo le farmacie dunque (anche quelle dentro i centri commerciali) e addirittura qualche profumeria, il tampone rapido sbarca nei grandi supermercati. Sono 65 i punti vendita Alì dove si possono trovare sia i tamponi che i test sierologi, quelli per sapere se si sono formati gli anticorpi dopo aver contratto il virus. Anche il Gruppo Aspiag, alle Brentelle o all’Ipercity si è dotato di questi strumenti. Entrambe queste due grandi catene li mettono a disposizione in supermercati di medie-grandi dimensioni.
Al Gruppo Pam che già aveva i test per il sierologico sono invece arrivati oggi.

Si possono trovare da Santa Croce a piazzetta Garzeria. Infine Conad che ha il market del centro Giotto ad esempio, informa che i test rapidi sono stati ordinati e arriveranno fra il 17 e il 23 giugno. All’interno del Giotto però la farmacia Stanga propone il rapido che si effettua in determinati orari, all’esterno.


IL PROCEDIMENTO
I costi variano dai 7 ai 9.90 euro. Ma attenzione. Sono test che presuppongono manualità nell’esecuzione, sia per il rapido che è nasale che per il sierologico per il quale ci si deve pungere e poi mettere la goccia di sangue in un diluente. In tutti i casi il rapido non ha valore di certificazione per le vacanze, sia in Italia che all’estero. Quello lo dà solamente la prova effettuata o in farmacia, o in laboratori privati oppure nelle sedi dell’Ulss deputate. Insomma il test vale come prova per chi ha dei dubbi, ma finisce lì. Nel senso che poi la verifica va fatta in altre sedi, tramite il medico di base. In queste settimane ovviamente il numero generale dei tamponi che era al tempo della pandemia far gli 8-9mila al giorno si è ridotto drasticamente nelle sedi pubbliche. Negli ultimi otto giorni ne sono stati eseguiti 16.112, circa 2mila al giorno. Aumentano solo quelli in farmacia o nei laboratori fatti da chi deve partire.


MENO MASCHERINE
Il Gruppo Alì che sta vendendo i test da più giorni non ha riscontrato un alto interesse fra la clientela, giudicando che il pubblico si orienti più sul servizio in farmacia. Uno dei fenomeni rilevati negli ultimi giorni interessa invece la vendita delle mascherine che è in forte diminuzione. In questo caso si può considerare che la chiusura delle scuole abbia un’incidenza, anche se molti bambini stanno frequentando i centri estivi e ne hanno bisogno, ma potrebbe essere anche il segno di un generale rilassamento. Eppure la mascherina resta un obbligo imprescindibile, anche nella vita all’aria aperta. Fra le mascherine poi è crollata la vendita delle Ffp2, a favore delle chirurgiche, più portabili con il caldo.
Il test fai da te è quello brevettato da una società cinese e distribuito da una società austriaca. Fornisce il risultato dopo circa 15 minuti e rileva tutte le mutazioni del virus attualmente conosciute. Il kit comprende un tampone sterilizzato, un tubo con tappo contagocce per l’estrazione dell’antigene, una scheda per il test rapido dell’antigene Sars CoV 2, la soluzione reagente per l’estrazione del campione e le istruzioni per l’utilizzo. Critici gli scienziati. In generale tutti questi test il prof. Crisanti li ha già bollati come «una cosa non seria». La professoressa Viola è meno dura ma «basta che non sia una scusa per non mettere la mascherina».
 

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