Ai Colli coda di tre ore per i tamponi: chiusura anticipata

Lunedì 27 Dicembre 2021
Persone in fila attendono il loro turno per eseguire i tamponi ai Colli

PADOVA  - La scena è di ieri mattina all’ex psichiatrico ai Colli. Davanti a un’attesa per il tampone stimata in tre ore e a una coda di diverse centinaia di metri, l’Ulss 6 decide di mettere un cartello che anticipa la fine dell’accesso libero di un’ora. Dalle 12,30 alle 11.30. Garantendo che quelli in coda fino a quel momento sarebbero entrati. Del resto non c’era scelta, altrimenti le scolaresche prenotate dalle 13.30 per il tampone di fine quarantena, non avrebbero potuto farlo.


L’AFFLUENZA
«Una situazione che da oggi non sarà più così caotica - dice il direttore del Distretto Fabio Verlato - perché in questi giorni abbiamo fatto accesso libero a tutti, cioè a chiunque si presentasse con l’impegnativa, anche alle scolaresche non prenotate. Dunque si è creata una richiesta spropositata». Per dire: venerdì sono stati eseguiti 1400 tamponi. Di questi 400 riguardavano scuole prenotate e 300 no. Ovviamente quando arriva una classe sono minimo 22 bambini. Mercoledì e giovedì scorso è stato fatto addirittura un turno serale fino alle 22 per altri 250 bambini. Verlato, come tutti gli infermieri che con 5 linee e 16 effettivi stanno facendo i miracoli, non si è tirato indietro. Alcuni video lo documentano mentre venerdì sera chiama a uno a uno i pazienti con un megafono per comunicare loro l’esito del tampone.

In quel momento si trovava all’Euganeo, mentre il sabato e la domenica i test si spostano ai Colli al padiglione 2 di Diabetologia per non mescolarsi agli eventi sportivi. Ma anche la vigilia di Natale all’Euganeo, le cose non sono andate per il meglio, anzi. Code e proteste hanno caratterizzato la giornata.


LE PROTESTE
Dieci bimbi dal 12 ai 36 mesi iscritti al micronido di Montegrotto hanno atteso ore, all’aperto e sotto la pioggia, prima del test, nonostante l’appuntamento fissato dal Sisp per le 14,30. Ma il 24 infatti era stato deciso l’accesso libero dunque per loro niente corsia riservata al punto tamponi nonostante le proteste delle famiglie e delle educatrici che li accompagnavano. «C’erano già almeno 400 persone – racconta una di loro - I genitori hanno deciso di tornare a casa, costringendoci ad allungare la quarantena fino al 28».
Molte altre le segnalazioni: “Centinaia di persone ammassate senza indicazioni e controlli, nessuno che rispetta la distanza di sicurezza. In questo modo il contagio è praticamente inevitabile. Non va bene”. Un altro scrive: “Sono dovuto stare dalle 15 fino alle 18.30 quindi la bellezza di 3 ore e 20 minuti con mia figlia di 9 anni rimasta al freddo come gli altri bambini. Gli sforzi che i sanitari stanno facendo sono encomiabili ed impagabili, ma bisogna intraprendere azioni di miglioramento. I punti vaccino funzionano benissimo”. Anche nelle sedi decentrate situazione al limite. Ad esempio ai Ferri ad Albignasego. “Arrivato alle 8 ho fatto il tampone alle 11 - scrive un lettore - solo dopo mezz’ora ho capito che bsognava prendere il numero. Ci vuole una cartellonistica grande e non un foglio piccolo sul vetro. E poi dire chiaramente che la precedenza va ai fragili”.


LA PROSPETTIVA
Risponde Verlato: «Da oggi le scuole arriveranno solo su prenotazione e ce ne sanno meno per le vacanze. Poi ripeto, siamo noi che facciamo gli accessi liberi, la Ulss Serenissima ad esempio no. Ieri abbiamo dovuto sospenderli per l’afflusso eccessivo rispetto alle nostre forze e agli spazi che abbiamo. C’è un limite anche fisico. All’Euganeo ad esempio siamo più larghi e abbiamo più linee. 
C’è anche il problema dei test rapidi che sono ormai il 90 per cento rispetto ai molecolari ma richiedono la comunicazione immediata al paziente e tempi di lavorazione diversi. Infine c’è una domanda sempre più ampia». Lo chiedono i bambini che sono rimasti in quarantena perchè avevano un compagno positivo. I lavoratori che insistono a non vaccinarsi, i famigliari e i colleghi di lavoro che risultano essere stati contatti stretti del colpito dalla malattia. 
«Anche coloro che hanno il raffreddore e credono di avere i sintomi del virus. E pure quelli che lo fanno in farmacia e risultando positivi hanno bisogno di una nostra conferma. La soluzione è la prenotazione di ogni tampone anche all’Ulss. Se non ci fossero stati i pirati informatici l’avremmo già fatto. Ma dai primi di gennaio lo faremo».

Ultimo aggiornamento: 14:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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