Superbonus al capolinea, fondi esauriti: e adesso mille imprese rischiano grosso

Giovedì 30 Giugno 2022 di Gabriele Pipia
Superbonus al capolinea

PADOVA - Ha rappresentato il trampolino di lancio ideale per ripartire dopo la frenata della pandemia. Ora però il superbonus rischia di soffocare le stesse imprese artigiane: si sono esposte in modo importante dal punto di vista economico ma non trovano più la sponda degli istituti bancari. «Ci sono 80 milioni di euro congelati nei cassetti fiscali delle aziende artigiane padovane del comparto casa. Ci aspettiamo che il governo intervenga con tempestività per risolvere una situazione che riguarda mille imprese solo in provincia di Padova» denunciano le due principali associazioni di categoria, Confartigianato e Cna.

Il tema sta tenendo in fibrillazione un intero settore.

COME FUNZIONA
Tutto ruota attorno al meccanismo della cessione del credito. Quando viene eseguito un intervento edilizio che usufruisce di bonus o superbonus il privato cittadino può decidere se pagare tutto e subito oppure se effettuare la cessione del credito all'impresa, ottenendo in cambio uno sconto in fattura. Le imprese che ottengono il credito a quel punto devono rivolgersi ad altri soggetti - principalmente istituti bancari - per riscuotere quelle somme. E qui casca il palco: i fondi delle banche sono esauriti e le imprese restano con il cerino (anzi, con il credito) in mano.

IL PANORAMA
Confartigianato e Cna fanno riferimento a 10.186 imprese padovane dei settori edili iscritte alla Camera di commercio di Padova e a centinaia di migliaia di cittadini che in questo momento si stanno rivolgendo loro per riqualificare le proprie case.
Confartigianato stima almeno quattromila cantieri legati al super bonus nel Padovano per 568 milioni di euro di investimenti. Ma a tutti questi lavori si stanno aggiungendo tanti problemi. Ecco perché i presidenti Gianluca Dall'Aglio e Luca Montagnin esprimono grande preoccupazione per le aziende. Nei giorni scorsi hanno inviato una lettera al prefetto di Padova Raffaele Grassi per richiedere un incontro. L'obiettivo è sottoporre alla sua attenzione la situazione che si è venuta a creare negli ultimi mesi e i forti timori per il futuro.

LE RICHIESTE
«In particolare spiegano vogliamo illustrare al prefetto le difficoltà legate ai numerosi crediti non più cedibili e fermi nei cassetti fiscali delle aziende per effetto delle tante evoluzioni che il provvedimento ha subito e in conseguenza del successo ottenuto della misura della cessione del credito, legata a Bonus e Superbonus, che ha portato molti istituti di credito ad esaurire la propria capienza fiscale, per effetto degli acquisti di crediti fin qui effettuati».

I PERICOLI
Le associazioni temono che la situazione di tensione finanziaria possa generare «il ricorso al credito mediante piattaforme non convenzionali, con l'evidente rischio di infiltrazioni da parte di operatori spregiudicati. Più volte, infatti, come già emerso in passato, la situazione di tensione finanziaria risulta essere l'ambito preferito di chi voglia realizzare affari illeciti». E aggiungono: «Vogliamo rappresentare la grande preoccupazione dei nostri imprenditori per il futuro delle proprie aziende e delle proprie famiglie, visto che molto spesso queste due dimensioni, quando si parla di artigianato, risultano essere coincidenti. Lo strumento del Superbonus ha rilanciato l'economia italiana del post pandemia. Non vogliamo che una misura sulla quale abbiamo riposto tante speranze diventi, invece, causa di chiusura per le nostre imprese».

Ultimo aggiornamento: 13:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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