Caporetto, Padova e l'Egitto: festa per i 106 anni di suor Rita

Mercoledì 27 Novembre 2019 di Gabriele Pipia
Caporetto, Padova e l'Egitto: festa per i 106 anni di suor Rita
PADOVA «Io sono pronta. Quando il Signore vorrà...». Mangiando la torta, davanti a quelle tre candeline bianche che indicano la sua meravigliosa età, suor Rita sorride e allarga le braccia. Gli anni passano e lei, ancora lucida e arzilla, vive in pace con se stessa. «Sto bene e sono contornata da persone che mi vogliono bene» racconta riavvolgendo il lungo nastro della propria vita. Rita Guidolin, 106 compiuti domenica e celebrati con due grandi feste (una organizzata dalle religiose, l'altra con venti nipoti e pronipoti) è la suora-viaggiatrice considerata un esempio da chiunque le sta accanto. 
Nata a Galliera in località Gallio il 24 novembre 1913, un anno prima che scoppiasse la Prima Guerra Mondiale, a quattro anni rischia di morire per una malattia come già capitato alla sorellina. E qui c'è il primo capitolo di questa storia meravigliosa. «Il papà Antonio di ritorno dal fronte di Caporetto, disperato ma molto devoto, chiede la grazia alla Vergine nella chiesetta del borgo - racconta ora il nipote Damiano -. Al ritorno trova la bimba guarita e vivace come sempre». 
 
LA VOCAZIONEIl secondo passaggio fondamentale a otto anni. Accompagnata dai genitori, la piccola Rita va in visita a una suora elisabettina alla casa generalizia di Padova e qui matura la sua vocazione. «Davanti ad un crocifisso che sembra chiedere un sorso d'acqua, il mio cuore mi disse che ero pronta ad andare a dargli da bere» ha raccontato per decenni, a chiunque gli chiedesse come era iniziato il suo lungo cammino religioso. «A distanza di quasi cento anni - spiega commosso il nipote - il ricordo è per lei ancora vivo». 
A 12 anni Rita è già in filanda: le mani delle bambine sono sempre state abili nell'annodare i fili di seta. Lavora prima al suo paese, Galliera, e poi a Venaria Reale a Torino per lavorare assieme ad una zia la sete artificiale. Il suo desiderio prende convinzione in questi anni: Rita vuole farsi suora. Prima dei vent'anni trova accoglienza dalle suore Terziarie Francescane Elisabettine di Padova. Dopo l'aspirantato e il noviziato diventa Suor Callistina. Qualche anno più tardi si sposta nella scuola materna di Borgoricco dove rimane per venti anni. Qui le viene affidato il doposcuola per i bambini delle elementari. Un'ottima occasione per studiare, per lei che si era dovuta fermare alla quarta elementare. Suor Rita può prendere in mano i libri e apprendere quelle conoscenze che le mancavano. Paziente e gentile, si fa benvolere da tutti. 
IL VIAGGIODopo la Seconda Guerra Mondiale per lei, quarantenne, si presenta l'opportunità di andare in missione con le suore Elisabettine a Maghagha in Alto Egitto. Svolge il servizio nella scuola e negli ospedali. Il primo ministro Gamal Abd el-Nasser apprezza il lavoro e l'impegno delle religiose italiane. Anche qui il compito di suor Rita, per otto anni, è di aiutare e seguire i bambini nel doposcuola e le giovani mamme ad apprendere l'arte del cucito. «Dai bambini ricorda ancora - ho imparato l'arabo». Della stessa lingua ricorda ancora alcune frasi e ne va molto fiera. Dopo l'Egitto segue una breve permanenza in Libia, ma la situazione politica e sociale è tesa e le religiose sono costrette a far ritorno in patria. Sono molte le scuole materne in cui negli anni successivi Rita dà il suo contributo: Grumolo Pedemonte, Brugine e Arcella, fino al servizio in Casa Famiglia di fronte alla stazione di Padova. Ora è ospite nella casa di riposo di Taggì di Sotto. Qui le altre suore e i familiari sono andati a festeggiarla: torta, candeline e occhi commossi. 
Gabriele Pipia
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