«Il Covid mi ha fatto ridiventare attore», il ritorno di Scandaletti in tv con la fiction I guardiani del cielo

Domenica 14 Febbraio 2021 di Giambattista Marchetto
Il ritorno di Scandaletti in tv con la fiction I guardiani del cielo

Stefano Scandaletti, padovano di Vigonza, a causa della pandemia ha dovuto rinunciare al ruolo di regista per tornare sul piccolo schermo. A marzo sarà in tv con la fiction I guardiani del cielo.



Dal teatro allo schermo, spinto dal Coronavirus.

Per Stefano Scandaletti padovano di Vigonza, classe 1977 la pandemia ha cambiato il percorso di vita. Ha archiviato il 2020 con bei progetti tra cinema e televisione: dalla fiction Rai I guardiani del cielo (da marzo in Tv) al ruolo da protagonista nel film Fra due battiti del regista Stefano Usardi (con Remo girone e Maria Vittoria Barrella), ma anche la partecipazione nei film Mancino naturale di Salvatore Allocca con Claudia Gerini e Welcome Venice di Andrea Segre.


Scandaletti, il Covid ha influenzato il suo percorso artistico?
«Ero una persona molto propositiva teatralmente. Una passione forte che mi aveva spinto a lavorare su nuovi progetti di scrittura, purtroppo ora fermi. Sentivo che avevo molto da dire, anche se meno come attore e più registicamente parlando. Prima del Covid sceglievo la passione e non fama e successo».


Poi si è trovato davanti alla telecamera?
«La pandemia ci ha dato una batosta. Non consideravo la fiction e nemmeno il cinema, ma poi ho accettato le proposte».


È felice ora?
«In realtà volevo scomparire dalla scena e per questo mi stavo spostando dal ruolo di attore a quello di regista. Ho dovuto però rimettermi in gioco e tornare a viso scoperto a lavorare come attore. Non che non mi piaccia, ma per mie timidezze e il mio percorso mi sentivo più forte dietro le quinte e non da protagonista. Il Covid mi ha tirato fuori la voglia di reagire».


Ha scordato lo spettacolo dal vivo?
«No. Sto preparando per l'estate un progetto che porta il teatro in un rifugio: debutta con il titolo Storie Naturali e il pubblico arriva a piedi. È un piccolo gioiello, diventerà un appuntamento fisso».


E prima dell'estate?
«Avremmo dovuto debuttare a Milano con Un tram chiamato desiderio per la regia di Pierluigi Pizzi, ma chissà quando potremo andare in scena. È terribile questa quarantena per cui non sai cosa succederà domani».


Guardando indietro, come nasce la sua vocazione teatrale?
«Ho sempre avuto una fascinazione per il sipario che si apriva. Vengo da una famiglia di artigiani e quando, a 17 anni, ho fatto un provino per la scuola di teatro dell'Avogaria a Venezia loro mi hanno detto: se ti mantieni, segui le tue passioni. A 19 anni già lavoravo, rinunciando peraltro a spostarmi su Milano, e mi piaceva da matti. Ho iniziato al cinema con Lucchetti e Cesena, nel 2002 ho condotto in Rai, Top of the pops e poi Sanremo Giovani nel 2003».


Una carriera brillante?
«Sì. E la cosa bella è che quando fai teatro ti mantiene giovane. Cambi continuamente, eserciti la memoria, viaggi molto. Io poi vivo la maggior parte del tempo in camper, le case mi stanno un po' strette e faccio fatica a star fermo».


Passioni fuori dalla scena?
«I cani. E poi la musica: scrivo testi e arrangiamenti per chi me lo chiede, a volte faccio il ghostwriter».


E non esce allo scoperto?
«Non ho una formazione specifica, mi invento melodie senza conoscere la musica. Sono un canterino e mi immagino la vita come un musical. Eppure l'unico reperto è Condominio Scandaletti, registrato nel 2008 e uscito nel 2016 su Spotify e Youtube».

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