Stalker delle Piazze, consulenza psichiatrica del 32enne "molestatore" della commessa

Giovedì 23 Giugno 2022 di Marco Aldighieri
SOTTOSALONE - Simone Michelon è titolare della profumeria "Edwige"
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PADOVA -  Oggi - 23 giugno - verrà depositata la consulenza psichiatrica su Simone Michelon, il 32enne commerciante di Limena, accusato di aver ripetutamente molestato una commessa 28enne, dipendente di una boutique di via Roma. L’esame ordinato dal pubblico ministero Sergio Dini, titolare delle indagini, ed effettuato dal medico legale Claudio Rago, consentirà di appurare se il titolare della profumeria “Edwige” di Sotto il Salone sia in grado di intendere e di volere. 

Michelon è rinchiuso dietro alle sbarre di una cella della casa circondariale Due Palazzi dallo scorso 17 di marzo. Il prossimo 27 giugno il negoziante dovrà comparire davanti al giudice Giulia Leso: il Gip Claudio Marassi ha accolto la richiesta di giudizio immediato formulata dalla Procura. Una perizia psichiatrica è stata effettuata anche dall’avvocato Claudia Bagattin, legale della commessa, attraverso lo specialista Giovanni Ciraso. 

I FATTI
La commessa sarebbe perseguitata dal negoziante da oltre un anno. Disperata, dal dicembre 2021 a marzo di quest’anno, ha presentato 5 denunce per atti persecutori. Le prime quattro ai carabinieri e sono del 23 dicembre del 2021, e poi nei giorni tre, quattro e 15 di febbraio. Quindi l’ultima è di martedì 15 marzo questa volta alla polizia. L’episodio più drammatico si è registrato la sera di San Valentino in via Dante, quando Michelon è stato arrestato. 
La Procura ha agito in modo tempestivo per evitare il peggio. Lui l'avrebbe minacciata di morte urlandole “Hai finito di vivere”. Addosso i carabinieri gli hanno trovato e sequestrato un “kubotan”, di fatto un punteruolo che può essere usato come un’arma bianca. Il Gip ha convalidato l’arresto ed è stato raggiunto dal divieto di avvicinamento alla vittima e ai luoghi da lei frequentati. 
Poi sabato 5 marzo è tornato a importunare la commessa.

Il magistrato aveva chiesto l’arresto del negoziante, ma il Gip Claudio Marassi ha optato per la misura restrittiva del divieto di avvicinamento alla vittima di almeno 100 metri. Domenica, alle 20.30, Michelon ha di nuovo importunato la ragazza, seduta con un paio di amici sui tavolini di “Baessato”. Fino ad arrivare a martedì all’ora di pranzo dove è tornato alla carica, posizionando all’esterno della boutique di via Roma dove lavora la commessa. La sua presenza è stata immortalata anche dalle telecamere della videosorveglianza. 

Il pubblico ministero di turno Valeria Spinosa ha chiesto la convalida dell’arresto, mentre il sostituto procuratore Dini il carcere. E il Gip ha accolto entrambe le richieste, sottolineando la pericolosità sociale dell’indagato e l’avere violato la misura restrittiva già in atto. «La mia assistita da quando lui è in carcere - ha commentato l’avvocato Bagattin - si sente libera e non ha più paura». 
LA DIFESA
Il commerciante, che nel frattempo ha iniziato una terapia farmacologica, sostiene di non poter più stare in cella assieme agli altri detenuti perché lui non sarebbe un delinquente. Michelon prova a ridurre la portata dei fatti che gli vengono contestati definendolo «un piccolo sbaglio», ribadendo che da parte sua non c’era alcuna intenzione di fare del male a nessuno. Davanti al Gip aveva dichiarato: «In via Roma sono solo transitato per andare al lavoro e non mi sono fermato da nessuna parte. Su Baesatto stavo aspettando un amico e non mi sono accorto della presenza della ragazza». 

Ultimo aggiornamento: 07:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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