Stadio Euganeo, cantiere sequestrato. Sospesi 2 funzionari comunali, indagati il sindaco Giordani e l'assessore Bonavina

L'accusa della Procura: nuova curva e palazzetti dello sport, subappalti non autorizzati, turbativa nella gara

Martedì 8 Novembre 2022 di Redazione Web
Giordani e Bonavina
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PADOVA - La Procura  di Padova, a conclusione di un’indagine in corso da tempo sull’appalto del Comune per rifare la curva sud dello stadio Euganeo e la costruzione dei due annessi palazzetti dello sport, su disposizione del G.I.P.  ha delegato alla Finanza 4 misure interdittive: due prevedono la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio di due funzionari comunali per 5 mesi e altre 2 impongono il divieto temporaneo di contrattare con la Pubblica Amministrazione per 2 imprenditori, della durata, rispettivamente, di cinque e tre mesi. Nello stesso tempo, è stato disposto il sequestro preventivo del cantiere, ancora aperto, relativo all’opera non completata. Indagati anche il sindaco Sergio Giordani e l'assessore Diego Bonavina

«Come è stato reso noto oggi nell’ambito delle indagini - commenta il primo cittadino - è stato disposto il sequestro del cantiere e l’interdizione di due funzionari del Comune di Padova;  l’atteggiamento dell’Amministrazione non cambia rispetto ai mesi scorsi: da un lato piena collaborazione con la magistratura, consapevoli che è anche nell’interesse dell’ente chiarire fino infondo la dinamica dei fatti, dall’altro la volontà di ultimare quest’opera che è utile alla città all’interno dei tempi possibili che ovviamente dovranno tener conto e rispettare scrupolosamente ogni prescrizione.  Sempre oggi, sono venuto a conoscenza di essere anche io indagato, nell’ambito di questa inchiesta, e con me anche l’assessore allo Sport Diego Bonavina, che gode della mia massima fiducia.

Relativamente all’opera in oggetto, ritengo di essermi comportato nel rispetto della legge, impegnandomi come ogni sindaco, affinchè i lavori potessero concludersi nei tempi previsti. Quello che desidero dire alle padovane e ai padovani è che in coscienza sono assolutamente sereno e consapevole di aver sempre agito nell’interesse pubblico, quindi ora con grande fiducia e come ogni cittadino, avrò modo di offrire ogni chiarimento nelle sedi preposte. Nello scorso mandato abbiamo messo in opera una mole impressionante di progetti, penso sia normale e doveroso che la magistratura svolga il suo ruolo di controllo, lo vivo come un fatto normale e sono a disposizione per offrire ogni elemento utile a fare chiarezza»

l’assessore allo sport Diego Bonavina, noto ex calciatore anche in serie A, aggiunge: “Faccio mie le parole del sindaco, pur nelle note difficoltà congiunturali sull’opera in questione mi sono sempre dato come obiettivo l’esclusivo interesse della città dentro una dinamica che ho sempre ritenuto dovesse essere al contempo trasparente e rispettosa delle scadenze. Sono sereno e pronto alla più ampia collaborazione, questo è sempre stato il mio stile e continuerà ad esserlo”. 

Chi sono i 4 destinatari di misure

I due funzionari sospesi sono l’architetto Stefano Benvegnù, 58 anni, di Padova, responsabile del Servizio Edilizia del Comune di Padova e rup-responsabile unico del procedimento per il cantiere (difeso dall’avvocato Marco Ravazzolo); il geometra del Comune Giacomo Peruzzi, 51enne direttore dei lavori (avvocato Gianni Morrone); il legale rappresentante dell’impresa che ha vinto l’appalto Esteel di Roma, l’ingegnere Elio Scirocchi, 55 anni e Giovanni Vattiato, titolare di Tecnoedil con sede a Erbusco nel Bresciano.

L'ordinanza

L’ordinanza è stata notificata a Benvegnù e Peruzzi che, in concorso con gli imprenditori Scirocchi e Vattiato, sono indagati per il reato di subappalto non autorizzato. Come premesso, è stato altresì imposto il divieto temporaneo di contrattare con la Pubblica Amministrazione nei confronti dell’amministratore dell’impresa aggiudicataria dell’appalto, del valore di quasi 5 milioni di euro, iscritto anche per il reato di turbata libertà degli incanti, e del legale rappresentante di un’altra impresa alla quale sono state subappaltate illecitamente delle opere, peraltro risultata sprovvista dell’attestazione di qualificazione richiesta per l’esecuzione di lavori pubblici di importo pari o superiore a 150 mila euro.

L'amministratore e l'imprenditore bresciano

Le indagini, coordinate dalla Procura patavina ed eseguite dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Finanza di Padova, hanno consentito di ipotizzare che Elio Scirocchi, amministratore della società appaltatrice, con sede operativa nella provincia di Viterbo, avrebbe turbato la gara relativa ai lavori di rifacimento della nuova curva dello stadio Euganeo di Padova, rappresentando fraudolentemente una capacità imprenditoriale non corrispondente al vero, soprattutto attraverso la proposta di esecuzione dei lavori in tempi dimezzati rispetto a quelli previsti dal bando, ai fini della relativa aggiudicazione.

Inoltre, lo stesso soggetto, in concorso con l’altro imprenditore destinatario della misura interdittiva, Giovanni Vattiato, avrebbe posto in essere, in violazione del Codice degli appalti pubblici, atti simulati nell’esecuzione dei lavori tesi a celare contratti di subappalto non autorizzati (ricorrendo a subaffidamenti comunque soggetti alla disciplina autorizzativa atteso il superamento dei limiti di legge, avuto riguardo all’importo delle prestazioni affidate e all’incidenza del costo della manodopera e del personale).

I due funzionari del Comune

Con riguardo ai due funzionari pubblici, invece, si è ritenuto che Stefano BenvegnùGiacomo Peruzzi avrebbero agevolato la realizzazione di tali condotte, talvolta con il proprio contributo, non censurando le lacune procedurali in contestazione e non esercitando, al ricorrere dei presupposti, la facoltà di richiedere la risoluzione del contratto.

Gerotto, Ance: «Fiducia nella magistratura ma preoccupati per i tempi»

«Abbiamo massima fiducia nell’operato e nel lavoro della magistratura e non entriamo, quindi, negli aspetti giudiziari della vicenda. La nostra preoccupazione è l’allungamento dei tempi di chiusura dei lavori con il rischio che questo cantiere diventi il buco nero numero due della provincia di Padova dopo le pescine di Selvazzano. Ci auguriamo, quindi, che i tempi della giustizia siano rapidi e permettano di concludere al più presto gli interventi - dice Alessandro Gerotto, presidente di Ance Padova - Le motivazioni che hanno portato a questa decisione sono in linea con le perplessità manifestate da anni da Ance Padova, in particolare, sui tempi di realizzazione che l’azienda aveva individuato per gli interventi sullo stadio ed anche sui prezzi a base d’asta. Un altro elemento che emerge è la necessità di individuare dei meccanismi che riescano ad aumentare i controlli sotto ogni punto di vista sulle aziende che vincono gli appalti, in particolare, quando applicano dei ribassi notevoli come in questo caso». E conclude: «Da sempre Ance Padova sostiene con convinzione che questo tipo di lavori debbano finire alle aziende del territorio che possono garantire affidabilità, presenza sul territorio, rapporti diretti con gli enti competenti, relazioni costanti con le organizzazioni sindacati e rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro. Questo significa garantire la qualità dei lavori e soprattutto la corretta applicazione del contratto edile in cantiere come concordato con la firma del protocollo di legalità con il Comune di Padova».

 
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Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 22:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA