Ragazzina incinta a 13 anni, parla la madre nomade: «Non spezzatemi il cuore»

Venerdì 14 Febbraio 2020
Sposa e mamma a 13 anni. La madre della ragazzina: per noi Sinti è normale. (Foto di lisa runnels da Pixabay)
3

CITTADELLA «Potevano dargli anche dieci anni di galera, di lui non mi interessa proprio più niente. Gli hanno dato cinque anni? Chissà li faccia tutti in carcere, voglio pensare solo alla mia famiglia, ai miei bambini». Le parole sono di M.M., la nomade mamma della sposa bambina, la ragazzina che è rimasta incinta a 12 anni ed a 13 è diventata mamma.

Il padre, colui che si proclamava sposo, Luca Caari, ha 36 anni. Mercoledì scorso con rito abbreviato il Giudice per l’udienza preliminare ha comminato una pena di 5 anni di reclusione. Il reato è quello di atti sessuali su minori. La particolare situazione era emersa lo scorso settembre.
 

Sposa bambina, don Albino Bizzotto: "Lui mascalzone, ma è sbagliato togliere la figlia a lei"

PADOVA - La vicenda l'ha colpito moltissimo. Perché la storia la conosce perfettamente. E per mamma e bimba avrebbe voluto un epilogo diverso: un futuro insieme, da costruire con la solidarietà, il sostegno e tanta comprensione.


Ha più avuto modo di parlare o vedere il padre di sua nipote?
«Non l’ho né visto, né sentito, e sinceramente non mi importa più nulla di lui. È andato via quando è successo tutto questo. Eravamo andati assieme all’ospedale per trovare mia figlia e li ci hanno detto che l’avevano portata via, poi nulla, silenzio. È sparito. Ma anche se tornasse non ho nulla da dirgli, tutto questo mi ha distrutta, non ce la faccio proprio più. Lui ci ha fatto tante cose brutte».

Quindi da quasi cinque mesi non ha nessuna notizia e nessun contatto anche con sua figlia.
«No, più nulla ed è questo che invece io e mio marito, e tutta la famiglia vorremmo. Anche solo parlare, sentire la voce di mia figlia solo questo e poi anche poter vedere la mia nipotina. Se proprio non fosse possibile di persona, almeno una telefonata. Chissà cosa starà pensando di noi».

Sa che è molto difficile soprattutto quest’ultimo desiderio.
«Lo so, mi hanno detto che il suo bambino, la mia nipotina, può essere adottato e che non starà con mia figlia e anche questo mi spezza veramente il cuore».

C’è stata la decisione del giudice ma le indagini su questa vicenda non sono ancora terminate.
«Non lo so. Io ho parlato con il giudice, gli ho detto che la mia vita è stata difficile, che ho sofferto tanto, ma che io e mio marito vogliamo bene ai nostri figli, che non abbiamo mai fatto del male a nessuno. Certo noi viviamo all’aperto, ma è quello che abbiamo sempre fatto. Non disturbiamo nessuno, stiamo per conto nostro, non rubiamo. Viviamo di piccoli lavori e dell’aiuto delle persone buone. C’è chi pensa che siamo in un campo assieme ad altri, che non vogliamo fare niente, ma non è assolutamente così».

La vostra storia è diventata un caso nazionale e c’è chi ha proposto di intervenire anche sugli altri vostri figli minori.
«Per fortuna sono ancora tutti con me, e possono vedere che stanno bene, che non gli manca nulla. Adesso stiamo vedendo di mandarli a scuola, ma non sono di certo abbandonati come qualcuno dice».

C’è dall’altra parte anche chi si è proposto di aiutarvi a cominciare proprio dai figli non maggiorenni.
«C’è don Albino di Padova, c’è don Dino di Scaldaferro (Vicenza), altre persone e poi la Caritas. Li ringrazio, li ringraziamo, veramente di cuore per quello che stanno facendo, per gli aiuti che ci stanno dando, loro capiscono veramente qual è la nostra situazione, sanno che siamo persone tranquille. Noi con le nostre forze ci siamo sempre dati da fare. Raccolte di ferro ad esempio, aiuti vari. Non facciamo del male a nessuno».

Si era anche parlato di riuscire a trovarvi una casa oppure un camper.
«Siamo da sempre abituati a vivere all’aperto, per conto nostro, girando in vari posti. A breve grazie alle offerte raccolte ci verrà donato un camper acquistato usato, dovrebbe arrivare proprio tra pochissimi giorni. Si deve fare il passaggio di proprietà. Certamente ci è molto utile, è importante per noi».

Come vede il suo futuro?
«Vorrei che tutto tornasse tranquillo. Siamo molto provati, ma soprattutto spero di avere un contatto con mia figlia. Questo è quello spero più di ogni altra cosa, Anche solo una telefonata che senta di nuovo la voce della sua mamma». Michelangelo Cecchetto © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimo aggiornamento: 13:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci