PADOVA - Il virus continua a correre, molti ragazzi invece si fermano. Smettono di andare in palestra, al campo e in piscina. Smettono di calciare il pallone, di tirare a canestro e di schiacciare sotto rete. Ecco l'ennesima emergenza nell'emergenza. I numeri raccolti dalle varie federazioni sportive del Coni regionale dicono che in tutto il Veneto si contano 93 mila tesserati in meno rispetto a due anni fa. Dal 2019 ad oggi è cambiato il mondo e ora a pagarne un prezzo altissimo è anche quello sportivo.
«La pandemia è stata una mazzata tremenda - sospira il presidente del Coni Veneto Dino Ponchio - Sport significa salute, educazione e formazione.
LE CAUSE
Il presidente Ponchio, una vita passata ai vertici dell'atletica nazionale, sistema i fascicoli federali nel suo ufficio padovano allo stadio Euganeo. Scruta i numeri e poi scuote la testa. «Purtroppo la pandemia ha influito sotto tanti punti di vista - riflette - I ragazzi erano abituati ad andare a scuola tutti i giorni e a fare sport un paio di volte a settimana, poi la didattica a distanza e il lockdown hanno stravolto le loro giornate. Si sono perse abitudini cicliche e socialità. E poi, naturalmente, c'è la paura del contagio sia da parte dei ragazzi stessi che dei loro genitori, soprattutto per quanto riguarda gli sport di squadra dove si condividono campi, panchine e spogliatoi».
I NUMERI
Partiamo dai dati raccolti dal Coni relativi ad ogni fascia d'età e aggiornati all'inizio di dicembre. In Veneto si contano circa 529.000 tesserati (il 10% del totale nazionale) che praticano 44 discipline: il calo complessivo è stato del 15% rispetto al periodo pre-Covid. Le società sono oltre 13 mila e sono impiegati più di 190 mila addetti tra staff tecnici, dirigenti, arbitri e giudici.
Lo sport che ha perso di più è il nuoto, passato da 12.500 a 6.870 tesserati (-45%) per effetto della prolungata chiusura delle piscine. Numeri molto negativi anche per la pallavolo: -29% ma il dato è in ripresa. Flessione più contenuta ma comunque importante per il rugby (-17%) e il basket (-15%), entrambi ora in risalita. Se la passa male anche lo sci, crollato ad un -23% con picchi soprattutto tra i giovani.
E il calcio? Qui il ragionamento è più articolato perché la Figc propone una distinzione tra gli adulti dilettanti (cresciuti del 5%) e i settori giovanili (dove gli iscritti sono calati del 14%). Ben più contenuto il calo nel ciclismo, sport individuale e quindi decisamente a minor rischio contatti: un -3% complessivo perché sono stati persi molti amatori, mentre aumentano le altre categorie. Va molto male a livello generale anche per gli enti di promozione sportiva: un terzo degli iscritti è stato perso.
CHI SALE
A trarre beneficio dall'abbandono di molti sport di squadra è principalmente il tennis: dal 2019 al 2021 i tesserati veneti sono aumentati da 32.085 a 38.420 crescendo del 20%. Pur con numeri più bassi essendo sport di nicchia, registrano un saldo positivo anche equitazione, canoa e kayak.
Un discorso a parte va fatto per ginnastica e atletica. La ginnastica fa registrare un poderoso +21% ma c'è una spiegazione: a fare la differenza è l'alto numero di atleti che l'anno scorso hanno dovuto tesserarsi da agonisti per rispettare le norme e avere l'autorizzazione ad allenarsi in palestra. L'aumento è dunque legato principalmente ai ginnasti che hanno iniziato a gareggiare, mentre il numero totale di atleti a conti fatti sembra essere ancora tiepido.
L'atletica invece a inizio dicembre registrava un calo del 14%, ma ora siamo già vicini al -10% e il periodo dei tesseramenti è ancora in corso. Alla lunga gli addetti ai lavori contano di vedere anche in Veneto l'effetto-Tokyo trascinato dalle medaglie di Tamberi e Jacobs. I tesserati stanno progressivamente aumentando e sulle piste è atteso il cambio di passo.
IL FUTURO
La situazione attuale non aiuta. Il rialzo dei contagi ha costretto molte squadre a fermarsi per le quarantene e nel nuovo anno molti campionati slitteranno la ripartenza. Lo sguardo è però già proiettato in avanti, a quando la curva del virus sarà nuovamente scesa e ripartire a pieno ritmo sarà fondamentale. «Per recuperare tutti questi ragazzi serve un grande sforzo e serve anche un importante cambiamento culturale. Fare sport è fondamentale, dovremmo arrivare al punto che i medici di base lo inseriscano nelle prescrizioni - insiste Ponchio - Tachipirina, sciroppo e dieci sedute di attività motoria».
Queste sono le premesse, poi c'è l'appello alla politica: «Il budget per lo sport dovrebbe attingere da più assessorati, come Sanità e Istruzione. Vale per tutti i livelli: dal governo alla Regione, fino ai Comuni. Ricordo poi che il valore dello sport è anche economico: in Veneto contiamo 2.962 imprese nel campo degli attrezzi e degli impianti sportivi». Sì, aumentare i numeri dei tesserati giova a tutti.