PADOVA - Tre espulsioni in tre anni. Nessuna però ha riportato in Senegal il 45enne Alassane Diop, volto noto alle cronache padovane con un curriculum criminale che spazia dalla violenza sessuale su minore ai furti, dalle risse alle rapine, dallo spaccio alla resistenza a pubblico ufficiale. Nonostante gli accompagnamenti ai centri per il rimpatrio di Brindisi, Macomer e Milano, Diop è sempre tornato a Padova. E nella città del Santo è scattato ieri anche il quarto provvedimento di espulsione, dopo che l’uomo è stato nuovamente denunciato quando la polizia l’ha trovato con cinque cellulari il fondo cassa rubati la notte precedente al negozio di telefonia “La tecnologia dei sogni” di corso del Popolo.
La spaccata
La notte tra giovedì e venerdì una chiamata al 113 ha segnalato un furto in atto nel negozio nelle vicinanze della stazione ferroviaria. Quando gli agenti sono arrivati hanno trovato la vetrina sfondata con il coperchio in ghisa di un tombino, abbandonato a terra. Dall’interno mancavano cellulari e contanti, ma il responsabile era già sparito. Ai poliziotti è però bastato visionare le telecamere per indirizzare i loro sospetti verso una persona in particolare. Quella figura imponente, alta quasi due metri, li ha portati a pensare a Diop, già autore di due furti in negozio commessi la notte del 23 agosto 2018 in quello che Padova ricorda come l’autunno caldo delle spaccate.
I precedenti
Dal 1998, anno in cui arrivò in Italia da irregolare, è il quarto Cpr in cui viene trasferito dopo aver commesso crimini a Padova. Esattamente quattro anni fa fu arrestato per due spaccate commesse pochi giorni prima nelle sedi di via Cassan e via San Clemente de “L’antico forno”, ma fu sospettato di averne commesse molte altre nei mesi in cui se ne contarono oltre trenta. Forte del suo fisico possente, abbatteva le vetrine a spallate per racimolare qualche euro e pagarsi la dipendenza dal crack. Portato al Cpr di Brindisi dopo 10 mesi di carcere, fuggì durante l’attesa per valutarne la richiesta di protezione internazionale. Ricomparve a Padova a giugno 2020: scoperto a tentare un furto ebbe un divieto di dimora che, non essendo stato rispettato, lo fece tornare al Due Palazzi. Scarcerato, rientrò in cella a febbraio 2021 dopo l’ennesimo furto in un esercizio di via Tommaseo e, libero di nuovo, rubò una bici usando proprio il coperchio di un tombino per tranciare il lucchetto. Neanche il Cpr di Macomer in Sardegna bastò a evitarne la nuova fuga verso Padova. A luglio dell’anno scorso il terzo viaggio verso il Cpr, stavolta a Milano, dopo aver rapinato una donna in stazione. Anche quello senza risultato.
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