PADOVA - Tre giovani padovani smentiscono chi pensa che nel mondo del vino non ci siano più idee innovative: i fratelli Luca e Sara Menato (29 e 32 anni) e il loro amico Alessio Sevarin (29) hanno lanciato infatti una start-up enoica con un'originale trovata per l'e-commerce: un abbonamento per ricevere a sorpresa confezioni di vini selezionati dai più noti sommelier italiani, sempre diversi, che via via vanno a raccontare le storie spesso eroiche (dunque non-solo-enoiche) delle aziende più "in" del panorama nazionale.
Sommelier Wine Box è il nome del sito: “Abbiamo cominciato a ragionarci - spiegano i 3 giovani padovani - quando, durante una delle tante fiere enologiche, abbiamo capito quanta passione e dedizione ci sia dietro al vino”.
ETEROGENEI E COMPLEMENTARI - Luca Menato è un consulente strategico laureato della Bocconi con diverse esperienze lavorative; la sorella Sara, laureata in storia dell'Arte e con esperienza a Sotheby’s, e il "socio" Alessio Sevarin, ingegnere meccanico. Tutti con la grande passione per i vini.
Questo mese a fare da "regista" della selezione è Enrico Ulisse Avanzi, sul tema del Veneto di frontiera. Ma fra i sommelier "arruolati" ci sono nomi quali Andrea Galanti, Gabriele Scalici, Andrea Gori (l'informatico), Laura Bertozzi e i tre moschettieri Fiorini, Boninsegna e Scandogliero.
La formula è piuttosto semplice: si può acquistare un singolo box o un abbonamento (con durata a piacere anche per un solo invio) scegliendo fra due versioni: Entusiasta (35 euro al mese) o Esperto (60 euro/mese), per ricevere ogni 30 giorni a casa le tre bottiglie da scoprire e ovviamente da bere. «Ci rivolgiamo a chi non si ferma in superficie, ma va in profondità alle cose, a chi cerca un apprendimento continuo. Non vogliamo limitarci a offrire ottimi vini, ma trasmettere tutta la passione dei loro produttori, stupendo con un viaggio nella cultura enologica italiana chiunque abbia voglia di farsi stupire».
Le storie, le famiglie, le persone: perché insieme alle bottiglie ci sarà un pieghevole che sviscera il senso di quei vini: “Tutti i produttori - concludono i tre padovani - che hanno accettato la sfida dell’innovazione senza perdere di vista l’artigianalità, tutti innamorati della loro terra e con la voglia di raccontare il proprio vino”.
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