PADOVA - Stamane 30 maggio, il prefetto Raffaele Grassi ha emesso un’interdittiva antimafia nei confronti di una società operante nel delicato settore del trasporto dei rifiuti con sede legale a Padova, ma attiva, esclusivamente, nella provincia di Napoli. Il provvedimento giunge all’esito di una approfondita istruttoria svolta dal Gruppo integrato interforze composto dai militari dell’Arma dei carabinieri e della guardia di finanza nonché operatori della polizia di Stato e della Direzione investigativa antimafia, coordinati dalla locale Prefettura. Le attività hanno consentito di accertare la riconducibilità dell’impresa ad altre società già attive nei medesimi appalti e a loro volta interdette dalla Prefettura di Napoli per la riscontrata contiguità alla Camorra, organizzazione criminale, come noto, attiva in Campania, ma con propaggini che arrivano anche in Veneto.
Dalla complessa istruttoria è emerso un modus operandi avente la finalità di aggirare i controlli antimafia attraverso l’apertura della sede sociale nella città di Padova con conseguente richiesta di iscrizione nelle liste antimafia – c.d. White list – presso la locale Prefettura, ma gestendo appalti fuori da questa Provincia. Si tratta di un vero e proprio shopping della sede legale mirato ad ottenere la documentazione liberatoria antimafia con lo scopo di mitigare il rischio di incorrere in provvedimenti interdittivi.
Salgono a 7 le interdittive antimafia (di cui due a conferma di precedenti provvedimenti) adottate dal prefetto Grassi nel corso dei due anni di mandato presso la Prefettura di Padova. «L’attenzione sul fronte delle infiltrazioni mafiose nel settore della pubblica Amministrazione è massima - ha detto il prefetto - L’obiettivo è quello di recidere i tentativi di penetrazione delle organizzazioni criminali in un contesto economico particolarmente florido quale quello padovano.
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