PADOVA - C'è chi lo sperimentava già prima della pandemia, come l'Ulss Euganea e l'università. E c'è chi invece ha dovuto stravolgere tutto in fretta e furia avviando un'organizzazione totalmente nuova, come il Comune di Padova. Tra le rivoluzioni più importanti provocate dall'emergenza c'è sicuramente quella dello smart working.
GLI ENTI PUBBLICI
Partiamo proprio da Palazzo Moroni. Attualmente i dipendenti comunali di Padova autorizzati allo smart working sono 700 su 1.800. Non tutti in questo momento sono in smart working e in ogni caso questa modalità è utilizzata mediamente per uno o due giorni alla settimana. Ogni giorno lavorano da casa circa 170 persone. Da Palazzo Moroni passiamo a Palazzo Santo Stefano: in Prefettura su 77 dipendenti sono 11 quelli in smart working, per uno o due giorni alla settimana. Alla Provincia di Padova sono invece 81 su 227.
I COLOSSI
All'Inps nei mesi passati quasi tutti i 244 dipendenti sono stati collocati a turni in smart working, tranne gli addetti degli uffici indifferibili (relazioni con il pubblico, sicurezza informatica e contabilità). Attualmente i lavoratori a casa sono 49. La Camera di Commercio di Padova conta invece su 120 dipendenti lavoratori e sono circa 50 quelli che attualmente utilizzano il lavoro agile. Nessun dipendente in smart per quanto riguarda Poste Italiane. Solo tre su 160 (due sono centraliniste) per il Tribunale di Padova.
L'ISTRUZIONE
L'Università era partita prima di tutti, dimostrandosi come sempre flessibile e innovativa. L'organico del personale tecnico-amministrativo del Bo è formato da 2.440 persone e mille di queste sono autorizzate allo smart working. Ogni giorno lavorano da casa 400 dipendenti.
All'Ufficio scolastico provinciale invece la situazione è ben diversa. I cinquanta dipendenti fino a maggio hanno lavorato quasi tutti da casa ma ora sono rientrati in presenza al cento per cento per gestire in ufficio la delicatissima ripartenza delle scuole.
LA SANITÁ
L'Ulss Euganea era stata la prima azienda sanitaria d'Italia a regolamentare lo smart (ben prima dell'avvento del Covid). Oggi lavorano da casa 400 dipendenti sui 7mila complessivi: sono perlopiù tecnici e amministrativi. In Azienda ospedaliera sono 152 su 6.200 mentre allo Iov sono 48 su mille.
IL FUTURO
I dipendenti pubblici padovani attendono novità da Roma. Il 31 dicembre terminerà lo Stato d'emergenza: se non sarà prorogato, per quella data scadrà anche la gestione emergenziale di questa modalità di lavoro. Il Ministero della Pubblica amministrazione guidato da Renato Brunetta nelle prossime settimane dovrà regolamentare il lavoro agile sotto molti aspetti: la protezione dei dati personali e aziendali, la sicurezza delle persone, la definizione dei tempi e delle modalità di lavoro. Dal governo arriverà un provvedimento legislativo e intanto gli enti studiano già l'organizzazione in vista del prossimo anno (come si può leggere nella pagina accanto). Dopo aver chiuso la pratica delle pubbliche amministrazione, il governo questo autunno prenderà in esame il mondo delle imprese private. Lo scorso febbraio Confapi ha stimato oltre 60 mila persone interessate dallo smart working in provincia di Padova. Anche per loro entro la fine dell'anno arriveranno novità da Palazzo Chigi.