Bimba si punge con una siringa, il papà attacca il sindaco di Montegrotto: «Irrispettoso sminuire il fatto»

Il primo cittadino Mortandello aveva ipotizzato si trattasse di un dispetto originato da screzi tra vicini di casa

Giovedì 25 Agosto 2022 di Eugenio Garzotto
Il luogo dove giocava la bambina quando si è punta con la siringa
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MONTEGROTTO - Infuriano le polemiche a Montegrotto per il caso della piccola di tre anni che si è punta con l'ago di una siringa mentre giocava nel parco pubblico sotto casa, all'incrocio fra le vie Socrate e Platone. Una vicenda che ha gettato nell'angoscia i genitori di Elisa (il nome è di fantasia) che dovranno attendere almeno tre mesi per sapere se la bimba sia stata infettata da malattie come epatite, tetano o Hiv. Ma a provocare stupore e sconcerto sono state soprattutto le parole del sindaco Riccardo Mortandello. Il primo cittadino, pur assicurando un aumento dei controlli, ha ipotizzato che all'origine dell'abbandono delle siringhe (pochi giorni dopo la disavventura occorsa alla piccola ne era stata infatti rinvenuta una seconda, quasi nello stesso punto) vi sia stato un dispetto originato da screzi fra vicini di casa.

Causati, sempre secondo quanto dichiarato da Mortandello, da non meglio precisati dissapori per l'uso del parco durante il lockdown. Insomma, nessun viavai di tossicodipendenti, ma baruffe fra confinanti. Una ricostruzione che ha provocato l'immediata replica del padre della bambina.

«Minimizzare non è tollerabile»

«Penso che minimizzare una vicenda di questa gravità avanzando ipotesi del genere non sia tollerabile - dichiara -. Tutti i miei vicini erano al corrente che mia figlia si era punta giocando e sapevano che avrei informato le forze dell'ordine di quanto accaduto. Con la prima siringa, avevo pensato di tutto. Ma trovata la seconda, oltretutto in un punto non molto visibile e dopo avere parlato con il vicinato, non posso pensare che a uno o due tossici. Nel quartiere - sottolinea - ci conosciamo tutti e abbiamo figli grossomodo della stessa età. Quello che è successo a lei, poteva capitare anche a un secondo bambino».

La rabbia

Non solo. A suo dire c'è una precisa circostanza che smentisce lo scenario della ripicca. «Quando è stata rinvenuta la seconda siringa, ci siamo accorti che all'interno c'era del liquido rossastro. I carabinieri ci hanno spiegato che poteva trattarsi di sangue. I tossicodipendenti, prima di iniettarsi la dose, in genere ne aspirano sempre un po' per mescolarlo alla droga. Altro che dispetto degli altri residenti, che sono tutti furibondi per queste insinuazioni gratuite. Qui c'è gente che si buca. La bambina al momento sta bene - continua il padre -. I medici ci hanno detto che il rischio Hiv è talmente basso da essere di fatto inesistente. Il virus sopravvive per un tempo brevissimo all'aria aperta e lei è vaccinata contro il tetano. Rimane l'incognita dell'epatite. Ha fatto degli esami preliminari e abbiano già prenotato una visita in Infettivologia pediatrica. Ma purtroppo per l'esito dovremo attendere parecchio».

Nuove segnalazioni

Nel frattempo, giungono ulteriori segnalazioni di ritrovamenti di siringhe in altre zone della città termale. «Poco prima di Ferragosto ne ho rinvenute ben tre praticamente di fronte alla porta di casa - racconta una residente di via Freud, ai confini fra Montegrotto e Torreglia -. Le abbiamo consegnate alla Polizia locale. E il mese precedente altre due erano state trovate nel parco del quartiere. L'amministrazione comunale è perfettamente informata». La notizia è dilagata anche sui social dove sono state indicate altre situazioni di degrado, come quella del parco sul retro della scuola Vivaldi, in cui sono state rinvenute persino bottiglie di metadone. Si fa sentire anche la politica, con una nota diramata dal gruppo consiliare di centrodestra di Elisabetta Baldi: «Non comprendiamo come il sindaco possa accusare i vicini della famiglia della piccola, senza alcuna prova. Tutto per rigettare ogni responsabilità. L'incuria, il degrado e l'abbandono in cui versano i parchi di Montegrotto è cosa nota a tutti ed è stata da noi denunciata in molteplici occasioni. La denuncia del padre della bimba denota un profondo senso di responsabilità civica: avvisare i cittadini, e in particolare gli altri genitori, del pericolo esistente è stato un segnale importante. Al prossimo consiglio comunale presenteremo una mozione per l'attivazione di un servizio di telecamere, che ad oggi non risultano installate nel parco dove si è verificato l'episodio, e procederemo a una verifica di tutte le aree videosorvegliate per accertare se siano funzionanti e quali punti del territorio coprano».

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