La forza di Silvia: «Quelle veglie con mia figlia in ospedale per il cancro»

La piccola è in cura all’oncoematologia pediatrica dell’ospedale di Padova per un tumore infantile

Martedì 14 Marzo 2023 di Filomena Spolaor
Silvia Sponchiado

MESTRE - «Scrivevo la sera in ospedale, quando Lucia si addormentava durante i tanti ricoveri per i cicli di chemioterapia. L’ho fatto nel pieno delle cure, senza attendere la fine per non essere influenzata e dare la percezione di come ci si sente nella sofferenza». La storia di Silvia Sponchiado, 36 anni, di Quarto d’Altino, è quella della mamma di una bambina malata, di cinque anni, in cura all’oncoematologia pediatrica dell’ospedale di Padova per un tumore infantile tra i più diffusi, il neuroblastoma, diagnosticato quando la bimba aveva da poco compiuto tre anni di vita.

IL RACCONTO
Racconta l’esperienza di malattia della figlia nel libro “Con i miei occhi. Non si può controllare ciò che è imprevedibile”, pubblicato su Amazon a maggio scorso anche per sostenere l’Associazione italiana per la lotta al neuroblastoma. Nel i genitori si accorgono che aveva dei noduli gonfi dietro al collo. «Dopo dei controlli ospedalieri – racconta la  madre - a marzo 2020 abbiamo fissato un esame istologico, ma a causa dell’emergenza Covid non è stato considerato un’urgenza.

Il 10 giugno ci hanno comunicato che la bambina aveva un neuroblastoma al quarto stadio, un tumore pediatrico tipico dell’età compresa tra i 2 e i 5 anni». È la prima causa di morte entro il primo anno di vita ed è il terzo tumore per frequenza dopo le leucemie e i tumori cerebrali pediatrici. «È stato un fulmine a ciel sereno – dice Silvia – la piccola si era riempita di metastasi. Nell’agosto del 2020 sono iniziate le cure e fino a novembre si è sottoposta a otto cicli di chemioterapie. Passavamo quattro giorni in ospedale, una settimana a casa, e poi di nuovo ricoveri ravvicinati».


IL TRAPIANTO
Nel febbraio 2021 la bimba è stata sottoposta a un trapianto di staminali, è rimasta per 40 giorni in isolamento totale. Sono seguiti altri venti cicli di radioterapia fino a luglio, quando è stata ricoverata per l’immunoterapia. «Ho iniziato a scrivere nel pieno della nostra battaglia - spiega Silvia - quasi per timore che il tempo potesse mitigare quel dolore che ti travolge. Non è una descrizione della malattia, ma un susseguirsi delle emozioni vissute di giorno in giorno. L’ho fatto per noi e al tempo stesso per altri genitori, perché mi sono resa conto che nel momento in cui ci si trova in questa situazione, si pensa di essere soli e gli unici al mondo a cui capita una disgrazia simile: ma poi ti rendi conto che il reparto di oncoematologia pediatrica di Padova è sempre strapieno». Il libro si conclude il 6 gennaio 2022, quando si è concluso il protocollo di cure previsto, ma a febbraio durante degli esami di controllo sono stati riscontrati dei residui di malattia, e la piccola si sta sottoponendo a visite periodiche, perché non è ancora in remissione. Un giorno a Quarto d’Altino i genitori hanno conosciuto Sabrina Buran, una donna che nella vita fa l’operatrice sanitaria e nel dicembre scorso è stata operata di tumore. L’incontro è avvenuto nella gelateria Fior di Gelato, dove il 15 aprile (alle 15) si svolgerà un evento di raccolta fondi per aiutare i bambini malati.
 

Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 12:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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