Siccità, è moria di pesci nei canali padovani: la Provincia mette in atto il piano di salvataggio

Gli esemplari sono stati "intontiti" con lo storditore e depositati in vasche ossigenate per farli riprendere

Martedì 12 Luglio 2022 di Nicoletta Cozza
La ricerca dei pesci nel canale Santa Chiara

PADOVA - Non sono solo le coltivazioni a essere in grave sofferenza per l'assenza delle piogge, ma anche i fiumi, il cui livello si è abbassato in modo preoccupante. L'emergenza-siccità, infatti, sta mettendo a rischio la sopravvivenza dei pesci, soprattutto quelli di grossa e media taglia, i quali, essendoci poca acqua, si bloccano sui fondali e restano soffocati nel fango. La Polizia provinciale sta costantemente monitorando 11 chilometri di corsi d'acqua all'interno dell'area cittadina delimitata dalle Mura, e altri 10 della rete esterna, e ovunque la situazione presenta criticità. Ieri, 11 luglio, quindi, è stata effettuata un'operazione di salvataggio, coordinata da Vincenzo Gottardo, reggente a Palazzo Santo Stefano, che ha visto in prima linea gli agenti, coadiuvati dai volontari dell'associazione La Sorgente in collaborazione con quelli della sezione FIPSAS di Venezia (entrambe autorizzate dalla Regione), dal personale della Cooperativa Sociale Piovego e da quello dell'Orto Botanico.

Dal canale Santa Chiara in via Luca Belludi sono stati portati in superficie 50 chili di fauna ittica, di cui 30 di specie autoctone, prevalentemente carpe, barbi, anguille, cavedani e novellame, e 20 di alloctone, fra cui carassi e un siluro.

Ecco come si salvano i pesci

I pesci sono stati prima storditi con un'apparecchiatura utilizzata per agevolare il loro recupero e trasferiti all'interno di grandi vasche ossigenate, dove hanno ripreso vitalità. I contenitori sono stati poi trasportati al Bassanello, in corrispondenza del Ponte dei Cavai, e i pesci stessi sono stati immessi nelle acque del Bacchiglione, che sono ancora a un livello che assicura le condizioni indispensabili alla sopravvivenza. La medesima operazione verrà ripetuta in modo strutturato in altri corsi d'acqua cittadini, in maniera da prevenire la moria, visto che l'emergenza è destinata a peggiorare, in quanto nei prossimi 15 giorni non dovrebbe piovere.

Recuperati pesci anche di grossa taglia

Gli esemplari recuperati ieri dal canale Santa Chiara hanno un peso medio di circa mezzo chilo ciascuno, ma ce n'è anche qualcuno di grossa taglia, tra cui un pesce gatto, che però non è stato salvato in quanto risulta dannoso perché mangia i suoi simili più piccoli e le uova deposte, compromettendo la riproduzione delle altre specie. A entrare nei dettagli dell'intervento di salvataggio della fauna ittica è stato poi Francesco Di Matteo, appunto comandante della Polizia provinciale. «In effetti - ha sottolineato - queste operazioni vengono effettuate con personale formato, il quale deve saper utilizzare l'attrezzatura necessaria per il salvataggio del pesce di taglia abbastanza grande, proprio per effettuare un alleggerimento che serve a non farlo restare in condizioni critiche, che si verificano nel momento in cui il livello idrico si abbassa. Lo storditore con motore a scoppio serve a intontire leggermente la fauna ittica per consentire di recuperarla agevolmente con dei guadini, cioè delle reti munite di bastone. I pesci vengono immessi in vasche ossigenate e trasportati in luogo idoneo, nella fattispecie il Bacchiglione, che in questo momento ha ancora un livello idrico accettabile. Tutti coloro che hanno collaborato all'intervento sono in possesso di un'apposita autorizzazione rilasciata dalla Regione, che serve per effettuare questo tipo di operazioni di recupero e rilascio in zone appropriate».

«Riportare i pesci a un habitat consono»

«Quello di ieri - ha spiegato invece Laura Luisi, commissario della polizia provinciale e responsabile dell'Unità amministrativa controllo fauna - è il secondo intervento che facciamo. Il primo era stato effettuato all'interno dell'Orto Botanico, nel tratto dello scolo Alicorno, che lambisce il sito Unesco. L'obiettivo è di riportare i pesci un habitat consono, dove l'ossigenazione e anche il livello di acqua ne consentano la sopravvivenza. Per esempio la situazione del Bacchiglione negli ultimi dieci giorni è migliorata in seguito al nubifragio di una settimana fa e alle piogge cadute in montagna».

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Ultimo aggiornamento: 13 Luglio, 10:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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