PADOVA - La grande sete assedia città e campagne, con autobotti e razionamenti in case, orti e giardini. Il Po in secca come mai negli ultimi 70 anni, i laghi svuotati e i campi arsi con danni per due miliardi di euro. È il drammatico bilancio stilato da Coldiretti, che ha disegnato la prima mappa della sete da nord a sud dell'Italia.
LE RICHIESTE
«In questo scenario di profonda crisi idrica è necessario agire nel breve periodo per definire le priorità di uso delle risorse idriche, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo. E poi prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie per indennizzare le imprese agricole per i danni della siccità e favorire interventi infrastrutturali di medio-lungo periodo per aumentare la capacità di accumulo dell'acqua e della successiva gestione» afferma il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, che ha incontrato il ministro alle politiche agricole Stefano Patuanelli e quello alla transizione ecologica Roberto Cingolani.
L'ANALISI
Un'analisi accurata dei temi che toccano le imprese padovane è stata affrontata nell'assemblea provinciale dell'associazione. «La nostra provincia è prima in Veneto per la coltivazione di frumento tenero, balzato a oltre 21 mila ettari, anche se la produzione risente dei cambiamenti climatici e proprio in questi giorni viene data in calo del 10-15% - spiega il presidente di Coldiretti Padova, Massimo Bressan - Il comparto zootecnico resiste alla crisi, il settore bovino conta oltre 100 mila capi e il prezzo del latte, dopo le tensioni dei mesi scorsi, è in ripresa, mentre le 300 aziende avicole hanno dovuto affrontare l'emergenza aviaria che ha portato all'abbattimento di oltre 4 milioni di capi e al fermo degli allevamenti per mesi, con danni per decine di milioni. Il settore ortofrutta è un'eccellenza nonostante le sferzate del meteo: va bene la viticoltura con più di 7 mila ettari di vigneti, anche il florovivaismo si è ripreso. Al di là degli aspetti produttivi resta però un grave problema legato alla remunerazione degli agricoltori ai quali, per ogni euro pagato dai consumatori, arrivano appena 15 centesimi». E poi ci sono i rincari di carburante ed energia e le azioni di chi vuole minare il made in Italy. Per Coldiretti Padova è necessaria una nuova consapevolezza della politica e delle istituzioni per intervenire sul quadro normativo e di governo del territorio.