Sfregiata con l'acido dall'ex: «Il mio aggressore è già a casa dopo aver tentato di uccidermi. Sono terrorizzata»

Sabato 4 Marzo 2023 di Marina Lucchin
La vittima dell'aggressione con l'acido da parte del marito

PADOVA - «Sono terrorizzata. Com’è possibile che l’abbiano messo solo ai domiciliari? E non solo per quello che mi ha fatto quella sera, ma anche per il comportamento successivo. Ha cercato di sviare le indagini, non si è pentito. So solo che ho tanta paura». A parlare è la 50enne di Sant’Elena (Padova) che il 16 gennaio scorso è stata colpita in volto dall’acido gettatole a tradimento dal suo ex marito, Stefano Pellegrini, 58enne di Solesino, che le ha fatto un agguato sotto casa. La vittima al momento è quasi cieca. L’acido le ha colpito entrambi gli occhi. «Vedo solo ombre, non so come andrà a finire»
L’avvocato della donna, Barbara Grandi di Ferrara, rincara la dose: «Non riusciamo nemmeno a capire perchè non sia accusato anche di tentato omicidio. Ha cercato di farle bere l’acido. Le intenzioni che aveva mi sembrano chiarissime».

LA VICENDA

Sabato mattina il castello di bugie, falsi alibi e finte lettere anonime che avrebbero dovuto “scagionarlo” di Stefano Pellegrini è caduto: ha confessato davanti ai carabinieri. «Io volevo rimanere con lei, ma lei mi ha lasciato. Poi si è trovata un nuovo compagno e l’ho saputo a Natale. Oggi mi sono tolto un peso con la mia confessione. Ho perso la testa». Alla fine il castello di bugie, falsi alibi e finte lettere anonime che avrebbero dovuto “scagionarlo” è caduto e Stefano Pellegrini, messo con le spalle al muro dai carabinieri di Este, ha raccontato la verità: «Sì, l’ho aspettata vicino all’entrata del condominio e le ho buttato io l’ acido sul volto». Un’aggressione aggravata dalla premeditazione: «Ho comprato l’acido all’Iperlando di Conselve il giorno stesso o forse qualche giorno prima». Il Gip del tribunale di rovigo ha emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, con l’aggiunta del braccialetto elettronico, richiesto dal giudice per impedirgli di provare ancora a far del male alla cinquantenne con cui è stato assieme 20 anni. Una misura che in ogni caso la vittima e la sua legale non ritengono idonea. 

LA CONFESSIONE 

«Dalla scoperta della nuova relazione, ma fin dal primo nuovo compagno, quando mi ha abbandonato sono rimasto molto turbato - ha raccontato il 58enne prima ai carabinieri e poi al magistrato - A lei, comunque già con il primo nuovo uomo, cinque anni fa, dissi che non doveva fare le sue cose nella nostra casa. Poi, dopo che ho saputo la vigilia di Natale 2022 del nuovo compagno, ho volute conoscere quest’ultimo». 
«L’ho incontrato e gli ho chiesto se aveva già avuto rapporti e poi abbiamo parlato dei comportamenti della mia ex compagna. L’ho avvertito di prestare attenzione a lei perché potrebbe accettare attenzioni da altri pur mantenendo rapporti con lui. Io gli ho chiesto un ringraziamento per i miei avvertimenti, cosa che però non ho mai ricevuto. Dopo Natale i rapporti con la mia ex sono cessati. Lei mi ha bloccato telefonicamente verso fine gennaio. Io continuavo a chiedere un ringraziamento da parte del suo nuovo uomo, mai giunto. Speravo che lei potesse tornare da me. Mi ha fatto molto innervosire questa nuova relazione. Ero geloso, ci tenevo tantissimo a lei, ma dovevo lasciarla andare». 

L’AGGRESSIONE 

Pellegrini ha poi raccontato come l’ha aggredita. «Ho fatto una cazzata. Ho fatto tutto da solo. Il telefonino l’ho buttato in un fosso, vicino a casa sua di lei. Ora ve lo faccio ritrovare». E così ha accompagnato i carabinieri nel fossato di via Bosco a Sant’Elena: l’aveva completamente distrutto e poi buttato nel fosso, sperando che nessuno trovasse mai i messaggi intimidatori mandati all’ex. 
«Ho preso la mia auto e l’ho aspettata al buio, lei era al telefono e quando l’ho vista le ho lanciato contro il contenuto acido della bottiglietta (poi lasciata lì, ndr) Si è buttata a terra, ma non ho tentato di farle ingerire il liquido. Si è messa ad urlare e io sono scappato. È durato pochi secondi. Aveva il cellulare tra le mani e stava parlando. Gliel’ho tolto e sono scappato portandolo con me. Non ricordo se l’ho afferrata o di averla strattonata. Ho preso il cellulare perchè al suo interno c’erano tutti i miei messaggi. Al momento del lancio dell’acido non ho parlato». Ma dopo 20 anni di convivenza la sua camminata era riconoscibilissima. Lei ha capito subito chi era il suo aggressore, lui ha tentato di scamparla, ma alla fine il suo castello di bugie è crollato. «Ero geloso». Tanto gli è bastato per decidere di sfregiare la madre dei suoi figli, che assicura ancora di amare. Ma una cosa è certa: questo, no, non è amore. 

 

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Ultimo aggiornamento: 16:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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