Oggi in Veneto tornano in classe 106mila studenti, stretta alle fermate del bus

Lunedì 1 Febbraio 2021 di Raffaella Ianuale
Oggi in Veneto tornano in classe 106mila studenti, stretta alle fermate del bus
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Questa mattina la campanella torna a suonare nelle scuole superiori venete per i 106mila studenti che rientrano in classe.

Circa la metà dei complessivi 213mila, come indicato nella lettera inviata ai presidi in cui, Regione e Direzione scolastica, chiedevano alle singole scuole di non superare la soglia del 50%. In pratica la percentuale più bassa rispetto ad un massimo del 75% consentito a livello nazionale. «Almeno per le prime tre settimane per verificare se i piani dei trasporti pubblici elaborati dai tavoli prefettizi funzionano e monitorare l'andamento dei contagi» spiega la direttrice generale della scuola veneta Carmela Palumbo definendo «sartoriali» le nuove organizzazioni cucite su misura per ogni singola provincia. Un puzzle che ha indotto ad orari scaglionati - con ingressi spalmati dalle 8 alle 9.30 - in alcune scuole di Dolo e Mirano nel Veneziano e nel centro di Verona, per evitare che l'affollamento di bus per gli studenti intasasse la circolazione. In tutto il Veneto sono infatti 683 i mezzi aggiuntivi, di cui 166 solo a Padova, 131 a Mestre e Venezia e 120 a Treviso. Oltre al servizio degli steward con il compito di controllare fermate dei mezzi e luoghi di sosta dei ragazzi. Ma questa mattina a verificare che tutto fili liscio saranno in molti. «Io alle 8 passerò per via De Gasperi dove si concentrano le scuole di Rovigo, città in cui risiedo, prima di raggiungere l'ufficio di Mestre - svela Palumbo - ma anche il prefetto di Venezia mi ha confidato che scenderà in strada, oltre agli agenti di polizia locale negli appositi servizi predisposti dai sindaci».


IN CASO DI CONTAGIO

Quindi molta attesa - e molti controlli - per la riapertura dei cancelli degli istituti superiori in cui la metà degli studenti da oggi seguirà le lezioni in classe e l'altra metà proseguirà con la didattica a distanza. Le scuole si sono organizzate in modo autonomo facendo rotazioni di una o due settimane scegliendo se accogliere mezza classe per volta o intere classi in tempi alterni. Nel caso si verificasse un caso di positività al virus tutta la classe tornerà alle lezioni online, compresi i docenti che nelle ultime 48 ore hanno insegnato almeno quattro ore nella classe coinvolta dal contagio. «Come presidi abbiamo la facoltà di sospendere la didattica in presenza in caso di contagio e dobbiamo fare la segnalazione ai Servizi di igiene e sanità pubblica che procederanno con tamponi e quarantene» spiega Armando Tivelli, presidente veneto dell'Associazione nazionale presidi. Questo secondo quanto contenuto nell'allegato dell'ultima ordinanza regionale. Ma le norme sono talmente tante e in continuo cambiamento che il dirigente parla di «diluvio normativo» e di «iper-produzione burocratica, tra quella ordinaria e quella per Covid» che sta mettendo a dura prova i presidi. Convinto che la scuola tornerà ad essere sicura quando gli insegnanti saranno vaccinati. «La ministra all'istruzione ha chiesto priorità per il personale della scuola - spiega Palumbo - ma finora non ci sono indicazioni, sarebbe però opportuno che almeno per l'avvio del prossimo anno scolastico gli insegnanti abbiano la coperuta vaccinale».


L'INCONTRO

Tutte le indicazioni della ripartenza sono state illustrate all'incontro, chiesto già a dicembre, dalle segreterie confederali di Cgil Cisl e Uil, con le categorie della Scuola e dei Trasporti presente l'assessore all'Istruzione Elena Donazzan e la vice-presidente della Regione Veneto Elisa De Berti. «Abbiamo scelto una partenza prudente, con la percentuale minima di studenti ammessa - spiega Donazzan - organizzare tutto è stato una lavoro complesso per l'incertezza dovuta all'epidemiologia del virus, ma anche ai continui cambiamenti decisi dal governo, la scuola ha invece bisogno di certezze». L'aggiornamento con i sindacati è quindi fra tre settimane trascorso il primo periodo di prova.


Intanto già per oggi è annunciata la mobilitazione della Rete degli studenti medi del Veneto con presìdi davanti alle scuole, striscioni e una lettera indirizzata alla Regione. «Temiamo che si riproponga la situazione di settembre - dice il coordinatore Tommaso Biancuzzi - con una riapertura spot, data come contentino, ma senza un vero piano di ripartenza e di ripensamento della scuola».

Ultimo aggiornamento: 08:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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