Pierangelo, vedovo e padre di quattro figli, sconfigge il coronavirus ma poi muore

Venerdì 3 Aprile 2020 di Maria Elena Pattaro
Pierangelo Beluzzo circondato dai figli
MONTAGNANA - Ci era andato da solo al Covid hospital di Schiavonia, un lunedì sera. Era il 9 marzo, l'Italia era appena diventata zona protetta ma a Montagnana il Coronavirus sembrava ancora qualcosa di lontano. Quella febbre tenuta a bada con la Tachipirina però impensieriva i suoi quattro figli: meglio fare un controllo. Non aveva portato con sé vestiti di ricambio: in famiglia erano tutti convinti che sarebbe tornato a casa. Invece non lo hanno più riabbracciato. Pierangelo Belluzzo, 67enne di Montagnana, vedovo e padre di quattro figli, è morto mercoledì sera dopo aver lottato con tutte le sue forze contro il nemico invisibile.
«Papà era riuscito a sconfiggere il Covid-19: una settimana fa era risultato negativo al tampone racconta la figlia Giorgia, 32 anni ma il virus aveva danneggiato talmente i suoi polmoni da non lasciargli scampo. Aveva problemi al cuore e soffriva di asma: due patologie che non lo hanno aiutato a riprendersi». Si è battuto come un guerriero per tre settimane. E adesso Montagnana piange uno dei volontari più zelanti dell'Associazione nazionale carabinieri. Uno di quei pensionati sempre pronti a dare una mano, soprattutto quando la città murata ospita manifestazioni come la Festa del Prosciutto o il Palio dei 10 Comuni.
LA MALATTIA
Tutto è iniziato il 4 marzo con una leggera febbre. «Siccome era uno dei sintomi del virus, gli abbiamo consigliato di andare a fare il tampone racconta la figlia Mai avrei pensato che non sarebbe più tornato. Non pensavamo neppure che fosse positivo, invece la sera in cui ce l'ha detto è iniziato un incubo». Il 67enne, che prima della pensione manovrava escavatori, è stato trasferito subito in Terapia intensiva. Il giorno dopo uno dei figli gli ha fatto avere un pigiama nuovo. «L'ultima volta l'abbiamo sentito l'11 marzo, alle 6 di mattina prosegue Giorgia, che nel frattempo era in quarantena insieme al resto della sua famiglia visto che Pierangelo abitava con loro ci ha detto solo ciao. Papà era un uomo di poche parole, abituato a tenersi tutto dentro. Poi ci ha passato la dottoressa. È stata lei a dirci che lo avrebbero intubato. Non lo abbiamo più sentito».
Con i medici della Rianimazione invece i contatti erano frequenti e una settimana fa era arrivata quella che ai figli Manfredo, Lodovico, Giorgio e Giorgia era sembrata una bella notizia: tampone negativo, il virus non c'era più. «Speravamo potesse farcela confessa la figlia anche se i medici non ci hanno mai detto che era fuori pericolo. Anzi il virus lo aveva debilitato molto compromettendo i polmoni». La sua Polo grigia è ancora parcheggiata davanti all'ospedale e i figli non possono ritirare i suoi effetti personali prima di due settimane: così prevede il protocollo.
IL CORDOGLIO
«La morte di questo concittadino ci addolora afferma il sindaco Loredana Borghesan A nome della comunità esprimo condoglianze e vicinanza alla famiglia, così duramente provata». Forte il cordoglio anche da parte dell'Associazione nazionale carabinieri di cui il 67enne faceva parte: «Quando ci lascia un amico e collega con il quale si è condiviso tanto tempo insieme durante i servizi, spesso il dolore è pari a quello di un familiare. Un amico, soprattutto se accanto a noi da molti anni, diventa come un fratello. Pierangelo era questo». L'anziano, che dopo la pensione si era dedicato al volontariato ed era un pescatore appassionato, faceva parte anche della Reale Arciconfraternita dei santi Giovanni Battista ed evangelista dei Cavalieri di Malta. Nella foto scelta per l'epigrafe porta al collo la croce dei Templari.
Maria Elena Pattaro
Ultimo aggiornamento: 10:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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