Cade, arteria recisa: muore a 20 anni. «Mi ha detto: "Aiutami, aiutami"»

Lunedì 29 Luglio 2019
Tragedia in casa a Bagnoli di Sopra, nel Padovano: un ragazzo marocchino di appena 20 anni
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BAGNOLI DI SOPRA (PADOVA) - La mamma di Hassan non sa ancora che suo figlio, il più piccolo, non c'è più. È rimasta in Marocco assieme agli altri ragazzi: due maschi e due femmine, mentre il marito e Hassan hanno tentato la fortuna in Italia, arrivando a Bagnoli tre anni fa. Nessuno ha ancora avuto il coraggio di dirle che cos'è avvenuto l'altra notte e che non rivedrà mai più quel figlio dagli occhi scuri e brillanti, con l'ambizione di iniziare una nuova vita.

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Papà Mohamed, ieri pomeriggio, ha raggiunto alcuni connazionali a Conselve: «Non piangiamo, perché la vita è fatta anche così, ma il nostro cuore è distrutto dal dolore» racconta un ragazzo che conosceva bene Hassan e che si offre da interprete. «Stavo dormendo - ricorda Mohamed - poi l'ho sentito urlare. Ha detto due parole, Aiutami! Aiutami, poi ha perso i sensi. Quando è arrivata l'ambulanza era già morto». Il papà di Hassan racconta  che il giovane aveva una gran voglia di fare: «Lavorava nei campi con me, ma andava anche a scuola. Aveva fatto la terza media l'anno scorso e ora frequentava l'Enaip, voleva costruirsi un futuro migliore». L'amico che aiuta Mohamed a raccontare quanto successo, poi, assicura: «Era un mio amico, domenica dovevamo andare in piscina insieme. Non pensavo non l'avrei più rivisto. Era un bravo ragazzo. Lavorava e pregava. Non beveva e si comportava bene». Il corpo di Hassan tornerà in patria: «Siamo musulmani - spiega l'amico - verrà seppellito nella nuda terra, come prevede la nostra religione. Abbiamo già trovato una persona che lo accompagnerà nel suo ultimo viaggio verso casa». 
«Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, mi ha descritto un ragazzo educato, rispettoso e con una maturità ben più sviluppata della sua giovane età - racconta il sindaco di Bagnoli Roberto Milan - Mi sono recato a casa di questa famiglia. Ho trovato desolazione e rassegnazione. È assurdo morire così giovani per una tragica fatalità. Il ragazzo lavorava come bracciante insieme al padre e conduceva una vita senza eccessi.
Quando non era nei campi, era a casa a riposare qualche ora». Il racconto è proseguito: «Non era una persona che frequentava assiduamente la nostra comunità. L'integrazione non è stata evidentemente facile e l'unico suo grande desiderio era quello di portare un po' di soldi a casa per far fronte alle spese di tutti i giorni. Come Comune, anche attraverso i nostri servizi sociali saremo sempre a disposizione per collaborare con chiunque viva sul nostro territorio».
M.Lucc.
C.Arc.

Ultimo aggiornamento: 18:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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