PADOVA - L'Azienda ospedaliera accelera con le sospensioni dei sanitari No-vax: nell'ultima settimana ne sono state ratificate altre quindici.
L'ORGANICO
Gli irriducibili sono dunque 86. Un dato che con il passare delle settimane è destinato ad aumentare ancora. Il rischio è che l'organizzazione ospedaliera ne risenta, vista la carenza di organico sofferta già in alcune aree, dovendo trovare rimpiazzi nei vari reparti. Ma su questo fronte, per il momento, arrivano rassicurazioni da parte del dg. «Ci sono situazioni che pesano sull'organizzazione, non è sempre facile trovare le sostituzioni adeguate sottolinea Dal Ben - Per ora il sistema regge, non si stanno creando disservizi particolari: questo è l'importante».
LE FIGURE
Ci sono anche due medici tra i no-vax individuati in Azienda ospedaliera, uno di questi è un ortopedico. La professione sanitaria con più lavoratori No Vax è quella dell'infermiere: 50 hanno ricevuto il provvedimento di sospensione. A seguire ci sono 33 operatori socio-sanitari e cinque tecnici di laboratorio. I no-vax in Azienda ospedaliera rimangono comunque una minoranza, considerando che rappresentano poco più del 2% sul totale dei dipendenti. Ogni caso è stato preso in esame da un'apposita commissione, ci sono state settimane di attesa e di colloqui, poi si è arrivati al provvedimento.
L'ULSS
L'Ulss 6 Euganea, competente per decreto su tutta la provincia, sta proseguendo con le verifiche. L'ultimo dato è stato fornito dal dg Fortuna venti giorni fa: la commissione speciale del Servizio di Igiene pubblica ha inviato l'accertamento per l'inosservanza dell'obbligo di vaccino a 158 persone, ai loro datori di lavoro e ai rispettivi ordini professionali. Di queste 29 sono dipendenti della stessa Ulss Euganea. Gli altri operatori sanitari per i quali è stato completato l'accertamento fanno capo ad altri datori di lavoro, che a loro volta sono tenuti a procedere con la sospensione. In ogni caso nei 158 ci sono anche 3 operatori sanitari convenzionati con il servizio nazionale, dalla specialistica ambulatoriale alla guardia medica, e 126 dipendenti che operano in strutture pubbliche o private.
IL FENOMENO
Dagli elenchi regionali emerge che ora sono circa duemila i lavoratori della sanità residenti in provincia di Padova (dipendenti del comparto pubblico o liberi professionisti) non ancora immunizzati. Il tema è particolarmente sentito nelle case di riposo, dove attualmente si contano 60 lavoratori sospesi. Tra pubblico e privato decine di procedimenti sono ancora aperti. Il decreto numero 44 firmato dal premier Mario Draghi lo scorso aprile prevede per il personale non vaccinato il demansionamento oppure, nel caso in cui il cambio di ruolo non sia possibile, la sospensione (a meno che non ci sia un valido motivo di salute). In caso di sospensione, l'Ulss notifica gli atti sia al datore di lavoro sia all'Ordine professionale per la sospensione dall'albo. Sono stati sospesi anche tre medici di base: a Cervarese Santa Croce, a Vigonza (ma poi la dottoressa si è vaccinata ed è tornata al lavoro) e a Rovolon.