I​l sindaco uscente e il lampadario... scoppia il giallo elettorale

Sabato 27 Aprile 2019 di Angela Pederiva
I l sindaco uscente e il lampadario... scoppia il giallo elettorale
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SAN GIORGIO IN BOSCO (PADOVA) - Allo scadere della presentazione delle liste elettorali, scoppia il caso a San Giorgio in Bosco, piccolo centro dell'Alta Padovana. È qualcosa a metà fra la bega politica e il giallo istituzionale: sette consiglieri comunali, sia di maggioranza che di opposizione, hanno protocollato un'interrogazione in cui chiedono al sindaco uscente se «è vero che ha fatto svolgere ai dipendenti del Comune lavori di interesse privato». Cioè suo, trattandosi del presunto trasporto dal municipio a casa di un lampadario, a suo tempo donato da un imprenditore locale allo stesso primo cittadino, che respinge l'accusa e parla di «macchina del fango». A firmare il testo sono Fabio Miotti, Valentina Campagnaro, Giuliana Lorenzetto, Simone Prai, Elena Villanova, Fabio Zanfardin e Alberto Zorzi, finora sparsi fra i due contrapposti schieramenti di centrodestra e di centrosinistra, ma da oggi ufficialmente riuniti a sostegno della corsa a sindaco di Miotti con la  lista UniAmo San Giorgio. Una decisione che al medesimo candidato un mese fa è costata il posto nella giunta del leghista Renato Roberto Miatello, detto Bobo, arrivato al termine del secondo mandato e quindi in lizza solo come aspirante consigliere, nella compagine San Giorgio per te che punta sull'attuale assessore Nicola Pettenuzzo. «Ci è stato segnalato che i cantonieri del Comune nei giorni scorsi avrebbero rimosso il lampadario di particolare pregio all'interno dell'ufficio del sindaco e glielo avrebbero portato a casa con il mezzo municipale, seguendo le indicazioni impartite del sindaco stesso», scrivono i sette consiglieri, sostenendo che sia necessario «fugare ogni tipo di dubbio sullo svolgimento delle suddette mansioni da parte dei lavoratori di un ente pubblico, mansioni che noi non riteniamo possano rientrare in quelle svolgibili dai dipendenti del Comune essendo preminente l'interesse privato del sindaco». 
VETRO E OROMa di che oggetto si parla? «Di un bel lampadario in vetro con lavorazione in foglia d'oro precisa Miotti regalato da Giuseppe Bergamin, ex patron del Calcio Padova, insieme a uno splendido tavolo e ad una scultura sempre in vetro, per l'inaugurazione del nuovo municipio». Domanda degli interroganti: «Il lampadario era una donazione al sindaco in qualità di rappresentante dell'amministrazione comunale o si trattava di una donazione in cui era indubbiamente prevalente la relazione personale tra il soggetto donante e il Cav. Renato Roberto Miatello?». 
LA FURIAGià sul fatto di essere definito (solo) cavaliere, il sindaco Bobo avrebbe da ridire, «visto che mi hanno appena comunicato anche la nomina ad ufficiale al merito della Repubblica». Ma al di là di questo, il primo cittadino uscente è una furia: «In questa campagna elettorale si sta veramente toccando il fondo. Il lampadario è mio personale, mi è stato regalato da un mio carissimo amico, quindi ne faccio quello che voglio. In ogni caso è tutto falso: non sono stati assolutamente impiegati operai comunali per nessun trasloco, anche perché il lampadario non si trova a casa mia, bensì nel magazzino dell'edilizia privata». Ma se l'oggetto è suo, perché non portarselo appunto via del tutto? «Non devo rendere conto a nessuno delle mie cose risponde Miatello tanto meno a gente di destra che prova a far risuscitare la sinistra. Forse lo donerò alle suore per la pesca di beneficenza, o magari lo darò al mio candidato sindaco perché lo riposizioni in ufficio quando sarà eletto...».
Angela Pederiva
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Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 09:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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