Samira scomparsa, via al processo: mamma e fratello parti civili

Venerdì 29 Gennaio 2021
Samira scomparsa, via al processo: mamma e fratello parti civili
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ROVIGO/PADOVA -  Il presunto assassino della mamma marocchina Samira El Attar, questa mattina, 29 gennaio, è comparso davanti ai giudici della Corte d’Assise del Tribunale di Rovigo. L’imputato, il marito, è alla sbarra con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. La donna è scomparsa dalla sua abitazione di Stanghella, il 21 ottobre di due anni fa e non è mai stata ritrovata. Il processo si apre con due importanti novità per il 40enne marocchino Mohamed Barbri: il  trasferimento nel carcere di Rovigo, da quello di Verona, dov’era recluso fino a pochi giorni fa.

La seconda è il cambio del suo legale, che fino a due mesi fa era Daniele Pizzi del foro di Milano.

Quello del marocchino è ora un maxi pool difensivo che conta non solo due avvocati, Riziero Angeletti e Francesco Zacheo, ma anche la criminologa Anna Vagli, la genetista Teresa Accetta e il consulente Maurizio Cusimano, esperto nell’analisi di celle telefoniche. La Procura rodigina ha chiuso le indagini lo scorso luglio: Barbri è finito definitivamente nei guai quando a dicembre del 2019 ha fatto perdere le sue tracce. L’imputato è stato ritrovato in Spagna, circa un mese dopo la sparizione della moglie, madre della loro figlioletta di cinque anni.

Sono intanto state oggi ammesse come parti civili  la mamma e il fratello di Samira oltre all'associazione Penelope
 
IL RINVIO A GIUDIZIO 
Il pubblico ministero ha chiesto il giudizio immediato, così Barbri senza passare dal Gup si è trovato direttamente a processo. Il dibattimento a questo punto sarà più celere e proprio questo è il motivo per cui il marocchino è stato trasferito dal carcere di Verona a quello di Rovigo, visto che le udienze si susseguiranno velocemente - probabilmente una a settimana - fatto che renderebbe difficoltosa la traduzione dell’imputato ogni volta dalla casa circondariale scaligera al Tribunale di Rovigo sede del processo. 
La difesa, ovviamente, giocherà sull’assenza della prova: manca il corpo della vittima. Vittima che resta presunta. La criminologa Anna Vagli sottolinea: «Al momento Samira El Attar è ancora una persona scomparsa e non risulta in alcun modo provato l’episodio di morte violenta. Il pubblico ministero ha richiesto il giudizio immediato, che prevede l’evidenza della prova. Ma a mio avviso non ci sono gli estremi perchè non c’è il corpo, non c’è la scena del crimine, non c’è l’arma del delitto. Al momento l’accusa ha in mano solo indizi».
L’episodio che ha portato in carcere Barbri è stata la fuga all’estero, giusto all’inizio del 2020. «Sicuramente quel fatto gli è costato la custodia cautelare in carcere. C’è da dire, però, che Mohamed se avesse voluto scappare lo avrebbe fatto verso il Marocco, dove gli sarebbe stato di certo più facile far perdere le proprie tracce». A tal proposito l’imputato ha sempre detto di essersi recato in Spagna per cercare la moglie, convinto che fosse partita di sua spontanea volontà nel paese iberico. 
IN AULA
Nell’udienza dello scorso novembre al Tribunale per i Minorenni di Venezia è stata sospesa in via provvisoria al marocchino, la responsabilità genitoriale con l’affido della figlioletta alla zia materna. Zia che oggi dovrebbe essere presente in aula assieme alla madre di Samira e al fratello. Sono una decina i testi che dovranno essere ascoltati su richiesta della pubblica accusa, ben 56 quelli inseriti nella lista della difesa, tra ufficiali di polizia giudiziaria, consulenti e vicini di casa. I famigliari di Samira, che si sono costituiti parte civile, sono rappresentati all’avvocato Nicodemo Gentile, che ha sempre ritenuto l’omicidio e la soppressione del cadavere da parte di Barbri l’unica pista possibile per risolvere questo mistero. 

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Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 08:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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