Il candidato El Maoued: «Affitti e sanità, ecco perché scegliere noi»

Sabato 4 Giugno 2022 di Gabriele Pipia
Salim El Maoued è il candidato sindaco della lista civica "Padova di tutti"

PADOVA - È nato in Libano ed è cresciuto in una famiglia originaria di Nazareth, ma vive a Padova da venticinque anni.

Un lungo periodo in cui da medico di base ha annusato, conosciuto e capito la città. Ora a sessant'anni Salim El Maoued tenta l'avventura più grande. Quella della candidatura a sindaco.

Dottor El Maoued, come è nata l'idea?
«Una rete di società che si occupano di immigrazione, lotta alle nuove fragilità, diritti del lavoro ha deciso di presentarsi come lista indipendente dai partiti. Hanno scelto me per il mio impegno durante la pandemia a favore delle famiglie colpite dal mix Covid e crisi economica».

Che obiettivo punta a raggiungere?
«Puntiamo ad essere il terzo polo della politica padovana. Il nostro ruolo è quello di sentinelle della democrazia: assicurarci che i partiti agiscano per il bene comune e non come un comitato d'affari».

Cosa vi distingue dagli altri?
«Il nostro impegno per dar voce e soluzioni concrete ai disagi creati dalla pandemia. Il Covid non è stata solo una catastrofe sanitaria, ma ha acuito i problemi di diseguaglianza economica preesistenti e ne ha creati altri: pensiamo al disagio psicologico di giovani ed anziani, alle numerose donne che hanno dovuto rinunciare al lavoro per stare dietro ai figli costretti alla Dad e che adesso sono disoccupate».

Punta forte sul concetto di integrazione. A Padova com'è la situazione?
«La situazione oggi è difficile, ma non tragica: il tasso di integrazione economica è alto, quella di integrazione sociale soprattutto nelle seconde generazioni è ottimo. C'è ancora molto da fare, soprattutto sul fronte delle diseguaglianze economiche e di diritto abitativo. Trovare un appartamento in affitto è diventato un dramma non solo per Abdul ma anche per Mario Rossi».

Il voto dell'elettorato straniero è per lei uno dei bacini di riferimento?
«Certamente. Molti nuovi italiani si sono riconosciuti nella mia storia. Ma non sono il candidato sindaco degli immigrati, ma degli esclusi e dei nuovi fragili in senso ampio: le periferie contano migliaia di italiani impoveriti».

Da medico si è concentrato molto sui tema della sanità. Ma un sindaco cosa può fare davvero?
«Può proporre un serio progetto di integrazione fra il vecchio e il nuovo ospedale. Può spingere per il decentramento delle cure del primo soccorso: chi abita in periferia può aspettare anche mezz'ora prima di riuscire ad arrivare in ospedale per farsi curare un femore fratturato».

Sempre più medici di base in pensione senza trovare sostituti. A Padova questo problema sarà davveto uno Tsunami?
«Sì, lo sarà. La nostra classe dirigente è stata miope sulla questione e adesso chiama emergenza un problema che ha coscientemente alimentato per almeno tre decenni».

Tram: lei è favorevole o contraria alla futura linea Vigonza-Rubano?
«Favorevole, ma con un piano e tram diversi rispetto a quelli presentati dall'attuale giunta. E possibilmente senza il sospetto di appalti truccati».

Parcheggi: cosa farebbe della Prandina?
«Farei un referendum cittadino».

Cosa contesta maggiormente a questa amministrazione?
«L'aver abbandonato i vecchi e nuovi fragili a se stessi per favorire il centro storico. Le periferie sono state l'ultima preoccupazione dell'attuale amministrazione, che adesso pensa di rimediare con le asfaltature e gli aperitivi elettorali».

È stato fatto invece qualcosa di buono secondo lei?
«L'aver mantenuto le consulte di quartiere. Anche se hanno di fatto un potere puramente formale e un budget ridicolo».

Cosa vorrebbe fare nel suo primo mese da sindaco?
«Aiutare economicamente i nuovi poveri e i piccoli commercianti a sostenere il caro bollette. Pianificare la costruzione di nuovi asili nido. Cominciare a decentrare il sistema del primo soccorso per creare gli ospedaletti di quartiere».

In caso di ballottaggio tra i due sfidanti favoriti, lei si sente più vicino a Giordani o a Peghin?
«Entrambi hanno alcuni punti programmatici compatibili con i nostri. In caso di ballottaggio vedremo cosa sceglieranno i nostri militanti in assemblea».

Un messaggio agli elettori?
«I partiti vi ricattano dicendovi che non votarli significa sprecare il vostro voto. La verità è che l'unico voto utile è quello dato a noi liste civiche: permette ai cittadini di eleggere chi può mettere un freno alla corruzione e all'autoreferenzialità dei partiti. Il vostro potere è la loro unica paura».

Ultimo aggiornamento: 09:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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