lnnocenti frena il Petrarca Rugby: "L'Italia in Urc per ora va avanti con le Zebre"

Lunedì 4 Luglio 2022 di Ivan Malfatto
Il Petrarca alza l'ultimo scudetto conquistato in maggio

PADOVA - «La situazione economica e il progetto sportivo delle Zebre Parma adesso vanno nella direzione auspicata dalla Federazione italiana rugby. Non abbiamo, per il momento, necessità di cercare un nuovo partner per la franchigia federale di Urc. Nessuna chiusura però alla proposta fatta dal Petrarca Padova e dal suo presidente Alessandro Banzato. Se e quando si manifesterà la necessità di cercare un nuovo partner potranno partecipare al bando pubblico di ammissione che verrà emesso».
Il presidente della Federugby Marzio Innocenti non chiude la porta allo sbarco del Petrarca dal campionato italiano al livello internazionale dello United Rugby Championship. Ma rende improbabile che avvenga dalla stagione 2023/24, come ci si poteva aspettare, e raffredda la possibilità anche perchè capiti in un futuro a breve termine. Nei mesi scorsi aveva parlato di una soluzione entro giugno della vicenda, che si trascina dai tempi in cui era presidente il predecessore Alfredo Gavazzi. L’intenzione era emettere un bando pubblico per l’assegnazione della franchigia. Il bando non c’è stato, ma la decisione in qualche modo a giugno è stata presa. E annunciata prima in una conviviale del Cenacolo a Padova. Ora con queste dichiarazioni.
«Il bando non è stato emesso, perché le mutate condizioni delle Zebre non lo rendono più necessario» afferma Innocenti. Il Petrarca per affiancarsi al Benetton Treviso nell’Urc dovrà aspettare. Forse inutilmente, se le Zebre dopo 12 anni di disastri e pessimi risultati (compresi i due iniziali sotto il nome di Aironi) funzioneranno sotto la direzione di Michele Dalai, Franco Tonni e la guida tecnica di Fabio Roselli.
 

LE QUATTRO NOVITÀ
«Ora la situazione economica della franchigia è sotto controllo - continua Innocenti - Le Zebre nella stagione appena conclusa hanno operato un risparmio sul budget, che continuerà anche la prossima stagione, permettendo di ridurre l’apporto finanziario fornito dalla federazione. Hanno cominciato ad aumentare le entrate provenienti dagli sponsor. Hanno continuato a rientrare del debito contratto con la Fir, attualmente ridotto di quasi la metà rispetto a quello iniziale.
«Sulla nuova situazione economica si innesta poi la novità del progetto tecnico. Le Zebre la prossima stagione avranno una base fatta di circa trenta giovani italiani, tutti di interesse nazionale, come Neculai, Hasa, Zambonin, Trulla, Ferrari, solo per fare qualche nome. Insieme a loro ci saranno una decina di stranieri ingaggiati in modo mirato per fare da chioccia, più un’Accademia giovanile di appoggio attiva già da un anno. Terza svolta un abbozzo di collaborazione con l’altra franchigia del Benetton che prima non c’era: scambio di giocatori, condivisione di programmi, eccetera. Infine il rinnovato management delle Zebre, che ora va nella stessa direzione della Fir. Quattro importanti novità che ci inducono a continuare in questa direzione. L’obiettivo è far crescere i giovani per la nazionale in un contesto del genere, che prima non c’era. Se ci riusciremo bene, se fallirà ne riparleremo cercando un nuovo partner».
 

LA PALLA AL PETRARCA
La palla passa ora al Petrarca. La sua proposta per il rugby italiano è allettante. Grazie alla solidità economica del presidente Banzato, alla guida di un colosso siderurgico, può garantire alla Federazione le condizioni della famiglia Benetton: 5 milioni circa di euro l’anno a fronte di un pari contributo federale. Una budget complessivo di 10 milioni che le Zebre non saranno mai in grado di raggiungere. Il Petrarca ha avanzato la proposta sotto la gestione federale di Gavazzi, che ha scelto di congelarla. Al passaggio di consegne con Innocenti nel marzo 2021 ci si aspettava una decisione, positiva o negativa. Invece prima l’accordo con gli imprenditori e gli amministratori emiliani di proseguire a Parma, ora la fiducia nel nuovo corso Zebre lasciano ancora la situazione in stand by. Con malumore nell’ambiente petrarchino e il rischio di perdere un importante investitore come Banzato senza lo sbarco in Urc. Il rugby italiano può permettersi di correrlo?
«Alla riunione dei club di Top 10 a Bologna - conclude Innocenti - ho detto a Banzato che può impegnarsi a far crescere il campionato fino a quando il rugby italiano non avrà più bisogno delle franchigie per essere competitivo a livello internazionale. Una strada, modello campionato francese o inglese, in cui credo».
 

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