Il direttore dell'Eurospar: «Stava uscendo senza pagare, volevamo solo fermarlo»

Lunedì 7 Giugno 2021 di Gabriele Pipia
Khadim Khole con la mamma
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PADOVA - Seduto davanti al computer nel suo ufficio all'ingresso del supermercato, una vistosa medicazione sul braccio e una scena che non se ne va dalla mente. «C'era un ragazzo che stava uscendo senza pagare, lo abbiamo semplicemente provato a fermare. Non potevamo fare diversamente, non potevamo sapere che lui avrebbe reagito e che poi sarebbe finita così». 
Alle 10 di domenica mattina il direttore dell'Eurospar di Altichiero parla a voce bassa e la musica allegra della radio sparata tra gli scaffali stride con quel tono così serio e sommesso. «Non abbiamo responsabilità» continua a ripetere lui senza nascondere, al tempo stesso, tutta la tristezza per quanto è successo: un ragazzo di 23 anni che scappa, viene inseguito dalla polizia, si getta nel fiume e muore annegato nelle acque del Brenta. 
«I rimorsi ci sono eccome, non avete idea di come sta quella guardia giurata.

Ma lo ripeto: abbiamo fatto solo ciò che dovevamo fare» insiste il direttore. C'è solo un momento in cui il tono di voce si alza, quando ripete due volte il concetto più importante: «Non siamo razzisti e nessuno può dire che siamo razzisti. Anzi, qui aiutiamo un sacco di persone». 


LA RICOSTRUZIONE

Questo educato e pacato uomo di mezza età guida il supermercato padovano dove venerdì pomeriggio il giovane Khadim Khole, nato a Cittadella da famiglia senegalese e residente a Limena fin da bambino, ha provato a rubare una spesa da 114 euro (era già stato arrestato un anno fa per uno scippo). Venerdì ha nascosto superalcolici, the, confezioni di carne e uno spazzolino elettrico prima di essere fermato dalla guardia giurata all'uscita. Il resto è la storia di una tragedia. La colluttazione con l'intervento del direttore, la chiamata al 113, l'arrivo della polizia, l'inseguimento per le vie di Altichiero, il tuffo del ragazzo nel Brenta e il ritrovamento del cadavere all'altezza di Vigodarzere.


LA POSIZIONE

Il direttore del supermercato inizialmente scuote la testa: «Nessun commento, bisogna rivolgersi all'azienda». Poi però si lascia andare perché di fronte ad un fatto simile è quasi impossibile tenere le emozioni per sé. E allora mostra il polso ancora gonfio per l'aggressione subita, tira fuori il cellulare e indica sul display uno dei tanti commenti colmi di rabbia che girano nel web. «C'è chi dice che siamo razzisti ma non è affatto così, una cosa del genere è fuori da ogni logica. Qua all'uscita ci sono sempre almeno due persone bisognose e noi le aiutiamo ogni giorno senza guardare al colore della pelle. Provate a venire qui e lo vedrete coi vostri occhi». 
Poi torna su quella scena che non scorderà mai, quella delle 16.15 di venerdì. «La guardia giurata rischia di essere vista come responsabile della morte del ragazzo, ma non è vero. Non è vero. Purtroppo quel ragazzo davanti al nostro richiamo non si è fermato e ha reagito. Io non posso giudicare, ma come gli è stato chiesto di fermarsi ha iniziato a buttare per terra lo zaino e a divincolarsi. Ora mi sento direttamente responsabile perché sono il direttore di questo supermercato, ma immaginate come ci stiamo male io e la guardia giurata. Cosa dovremmo fare la prossima volta? Lasciare andare una persona come se nulla fosse? Dirgli Ciao, grazie, vuoi anche qualcos'altro?. Siamo molto tristi, ma non abbiamo colpe». 

L'ABBRACCIO

Intanto alla palazzina di via del Santo a Limena, dove il giovane viveva con la madre Emma, la processione di amici e conoscenti è proseguita per tutta la giornata. In mattinata si sono presentate a casa alcune ex insegnanti delle scuole elementari e medie di Limena, mentre oggi farà visita il sindaco Stefano Tonazzo. Un grande abbraccio collettivo per stare vicino ad una madre che aveva fatto tantissimo per crescere Khadim e provare a garantirgli un futuro. Fino a venerdì pomeriggio e a quella morte assurda dopo un furto da 114 euro. 
 

Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 09:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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