L'ultimo progetto del rettore Rizzuto: il giardino di Agripolis

Lunedì 14 Giugno 2021 di Silvia Moranduzzo
Il progetto di giardino nella sede universitaria di Agripolis


PADOVA - «Per progettare il futuro servono strutture adeguate. E questo progetto mi dà fiducia, torneremo a stare insieme in presenza». Rosario Rizzuto, guarda i rendering dell’ultimo progetto che gli viene sottoposto con entusiasmo. Alla presentazione dei tre vini per gli 800 anni del Bo, il professor Vincenzo D’Agostino del Dipartimento Territorio e sistemi agro-forestali ha sottoposto al rettore uscente un’idea per rendere Agripolis un luogo dove studiare con creatività. Si tratta di 4 iniziative didattiche interconnesse tra loro, cioè la creazione di due contesti multifunzionali e due aree verdi didattico-dimostrative, con una grande attenzione alla sostenibilità. Il primo contesto sorgerà presso una piattaforma esterna pre-esistente nel campus di circa 93 metri quadrati che sarà attrezzata con una copertura in legno e un “giardino di pioggia” per riciclare i deflussi idrici. Tutt’intorno arbusti e piante. Sotto la copertura in legno si potranno sistemare tavoli e sedie per incontri, conferenze o anche solo per permettere agli studenti di lavorare assieme. «Abbiamo pensato a una dotazione di un tetto rinverdito – si legge nel progetto – con funzione di termoregolazione e diminuzione della temperatura nella stagione più calda e a pannelli solari. Sperimentazioni su tetti verdi hanno dimostrato che l’efficienza dei pannelli solari aumenta in concomitanza quando la vegetazione è insediata sulla medesima superficie, alla base dei pannelli. Infatti, la parte vegetale contribuisce a diminuire gli sbalzi termici che possono danneggiare i pannelli e ridurne l’efficienza. Prevediamo quindi una copertura a pannelli del 50% del tetto e la possibilità di immettere l’energia ricavata nella rete elettrica del campus. Questo contesto didattico sostiene sé stesso, ma anche altri». Il secondo contesto punta al cuore di Agripolis, il Pentagono.
Attualmente inutilizzato, diventerebbe una sorta di piazza con una rete di isole in legno che racchiuderebbero una collezione di agrumi o piante ornamentali in vaso. E poi punti di appoggio per gli studenti e i ricercatori, ma anche spazio per conferenze, convegni ed eventi culturali all’aperto (un dettaglio non trascurabile nel post-pandemia). «Una sorta di oasi dove trascorrere alcuni momenti assieme – spiega D’Agostino – Dove la didattica e il tempo libero possono coesistere, sempre facendo attenzione alla sostenibilità». Le aree verdi, invece, saranno costituite da un prato con specie autoctone per esercitazioni pratiche sulle formazioni erbacee e il bosco ecologico già esistente diventerà la dimora di alberi e piante del territorio che i ragazzi e le ragazze potranno studiare dal vivo. All’interno del bosco sarà completato il sentiero che al momento è solo abbozzato e verranno posizionati cartelli informativi in italiano e in inglese. Le aree dovrebbero essere terminate alla fine del 2022 e il costo ammonta a circa 100 mila euro. 
 

Ultimo aggiornamento: 07:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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