Padova. Ricercato internazionale, capo clan rom tradito dalle foto sui social: arrestato

Era ricercato per reati fiscali e ritenuto membro di un'organizzazione che commercializza veicoli provenienti dall'Unione Europea per poi rivenderli senza pagare le dovute imposte

Martedì 21 Marzo 2023 di Marina Lucchin
Padova, arrestato il capo clan rom Bot Iulian

PADOVA - Si nascondeva a Padova il capo clan di un gruppo mafioso romeno. Ma non aveva fatto i conti con i carabinieri italiani e, specialmente, col fatto che pubblicare foto e video sui social avrebbe potuto dare una grossa svolta alle indagini a suo carico.

Il protagonista della vicenda è Bot Iulian, detto Viscol, a capo di un gruppo criminale rom con base a Lugoj, ma che spadroneggiava anche a Timioara.

Le indagini

I militari del Nucleo Investigativo del comando provinciale, guidati dal colonnello Giovanni Garrasi, a seguito di una complessa attività d'indagine hanno rintracciato e stretto le manette ai polsi dell'uomo, su cui pendeva un mandato d'arresto europeo a seguito di una condanna del tribunale della capitale transilvana, ricercato per reati fiscali e ritenuto membro di un'organizzazione che commercializza veicoli provenienti dall'Unione Europea per poi rivenderli senza pagare le dovute imposte non solo in Romania ma anche in Germania. Nel Padovano l'uomo è in affari anche con un autosalone nel comune di Ponte San Nicolò, dove lavorano alcuni suoi familiari e amici. Bot Iulian che deve scontare una condanna di 4 anni e 8 mesi è stato trasferito in una cella della Casa Circondariale di via Due Palazzi.

Il clan

Viscol, soprannome di Bot Iulian con cui si identifica tutto il clan, è stato protagonista di una guerra tra rami della mafia rom che si contendevano alcuni immobili storici del centro di Lugoj da trasformare poi in strutture ricettive. Come si legge in un documento del tribunale di Timisoara, riportato dal sito d'informazione romeno, Cancan.Ro, tra i membri del clan Viscol e quelli rivali, nel tempo, sono scoppiati diversi scontri particolarmente violenti. Nel 2009 i membri del gruppo di Bot Iulian hanno sparato diversi colpi contro la casa di una famiglia rivale e nel 2013, Viscol stesso, assieme ad alcuni scagnozzi, ha fatto irruzione dell'abitazione di un rivale, a cui ha poi sparato a entrambe le gambe. Le indagini della polizia romena, infine, hanno scoperto che il clan era protetto da un ex dirigente dell'ispettorato della polizia della contea: aveva accettato una tangente da 100mila euro da Viscol per evitargli il carcere proprio per il caso di evasione fiscale. L'Alta corte di cassazione romena ha pronunciato nei giorni scorsi la sentenza definitiva nei suoi confronti ed è scattato, appunto, anche il mandato di arresto europeo per Viscol, che nella sua pagina Facebook pubblicava video del suo viaggio in Italia. Dove, infine, è stato arrestato.

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