BAONE - Grandi soddisfazioni per la compagine veneta impegnata in questi giorni ai World Transplant Games di Perth (Australia). Dopo la medaglia d’oro nel volley, Riccardo Canola - 30enne di Baone - centra due ori nel nuoto.
Il calvario
«Avevo 15 anni e facevo nuoto agonistico a Este - racconta - Ma un giorno mi hanno fermato perché il mio cuore aveva delle extrasistole rischiose». La diagnosi dei medici lascia poca interpretazione: cardiomiopatia aritmogena. Da quel momento, Riccardo deve salvaguardarsi ed evitare sforzi. Nel frattempo si trasferisce a Milano e si iscrive all’università, studia con profitto e vive una vita piena, compatibilmente con le sue condizioni. L’evento spartiacque della sua vita è un arresto cardiaco. Riccardo viene ricoverato d’urgenza a Milano e i cardiologi gli salvano la vita. Ma da allora inizia un calvario: entra ed esce dall’ospedale, si sottopone a cure e consulti fino a quando i medici riconoscono che l’unica soluzione è un trapianto di cuore. A condurre l’intervento sono i professionisti del Gallucci, eccellenza mondiale della cardiochirurgia, guidati dal dottor Giuseppe Toscano. «Il recupero non è stato facile - ammette Canola - ma le tante biopsie hanno evidenziato che non c’era rigetto e nel giro di qualche tempo ho iniziato a fare la mia vita di sempre e ripreso lo sport. Ora sto veramente bene e neanche i farmaci mi procurano fastidi». Casualmente, un giorno viene a conoscenza di una categoria di competizioni per trapiantati e decide di mettersi in gioco: «Causa pandemia, i giochi programmati a Houston nel 2021 sono stati cancellati e rinviati a Perth. Ed eccomi qui, pieno di emozione per essere ritornato a sentire l’adrenalina della gara». Le competizioni per i trapiantati non sono passeggiate e chi gareggia lo fa per vincere. Ma in fondo si tratta di un meccanismo psicologico sano e indice del fatto che queste persone, che possono vivere solo grazie a organi altrui, stanno bene. «Né io né altri abbiamo paura di spingere - spiega Riccardo - è una sensazione che hai all’inizio, ma poi ti lasci andare». Fuori dalla vasca, però, si intessono legami positivi e si condividono esperienze toccanti: «Sento forte la solidarietà e il senso del gruppo. Siamo molto affiatati, è qualcosa di sorprendente. Ho sentito da altri cose che nel mio piccolo avevo già vissuto e non mi sono sentito solo». Riccardo Canola ora è un giovane che vuole vincere divertendosi: «Mi metto in gioco e provo a superare i miei limiti. Ora sto valutando di tornare a competere anche con normodotati, termine da prendere con le pinze perché noi trapiantati non siamo disabili e queste gare non sono paralimpiche». Al ritorno la sua Baone lo accoglierà a braccia aperte. «Siamo orgogliosi di lui - dichiara il sindaco Francesco Corso - a Riccardo va il nostro ringraziamento e ci sentiamo idealmente con lui sul gradino più alto del podio». Oggi, però, l’atleta gareggerà ancora e i pronostici lo danno ben piazzato per i 50 stile, i 200 misti e i 100 dorso.