CAMPOSAMPIERO (PADOVA) - Il marocchino di 26 anni Zouhair Abousad, finito dietro alle sbarre del carcere Due Palazzi per un ricatto a luci rosse ai danni dell'ex parroco di Rustega don Marco Scattolon, ha patteggiato la sua pena davanti al Gup per il reato di estorsione pluriaggravata: due anni e 8 mesi, più una multa di 1.400 euro.
LA VICENDA
La storia risale alla scorsa estate. Intorno alla metà di agosto, subito dopo una funzione religiosa, don Marco aveva accolto in canonica il giovane marocchino spesso presente sul sagrato a chiedere l'elemosina. Una volta soli in una stanza della parrocchia, i due avrebbero consumato un rapporto sessuale. Il nordafricano, qualche giorno dopo, si era rivolto al prete dicendogli: «Adesso o mi dai dei soldi o lo racconto a tutti. Sono in possesso di un video e lo divulgo». Il religioso, sotto choc, ha scongiurato lo straniero di non dire una parola assicurandolo che presto lo avrebbe pagato. Ma i soldi il parroco non li aveva, così nei giorni successivi sarebbe iniziata una trattativa sul costo del silenzio tra il prete e il marocchino.
LA DENUNCIA
Fino a quando il parroco, si è armato di coraggio e si è recato alla stazione dei carabinieri di Camposampiero per denunciare l'estorsione. Il prete, d'accordo con le forze dell'ordine, ha simulato un altro incontro e il marocchino è stato arrestato in flagranza di reato. Lo scorso mese di settembre, scoppiata la querelle, il vescovo di Treviso Michele Tomasi, a sorpresa, aveva celebrato la messa festiva di un sabato sera a Rustega e aveva annunciato alla comunità di Camposampiero il trasferimento di don Marco in un luogo lontano. Vescovo di Treviso Tomasi che nei giorni scorsi è tornato nella cittadina Antoniana per incontrare i consigli pastorali ed economici delle comunità di San Pietro e Rustega per annunciare ufficialmente la nomina di don Claudio Bosa, parroco di San Pietro ora anche della frazione di Rustega. Per don Bosa le vicende di don Marco, che «si sono concluse ovviamente a suo favore in quanto era parte lesa», hanno solo accelerato ciò che già era previsto nell'ambito del progetto della Collaborazione pastorale. «Il progetto spiega don Claudio- prevedeva, nel medio periodo, causa la carenza di sacerdoti, l'affidamento delle due comunità allo stesso parroco: ora questo momento è arrivato e ci sarà l'occasione di un saluto a don Marco e per un mio ingresso ufficiale. Intanto il cammino continua, nell'ambito di un collaborare tra comunità che condividono un pastore e nella grande Collaborazione Antoniana, verso un modo nuovo di essere Chiesa, più aperti all'annuncio e alla missione».