PADOVA - «Il 4 maggio tornano operativi in sicurezza altri 30.640 addetti dell’artigianato padovano. Restano le ferite di oltre 2500 aziende e 5mila addetti (benessere, restauro, ristoranti) ancora al palo e l’incertezza su lavoro e mercati». È quanto sostiene, alla vigilia della fatidica data che aprirà la Fase 2, il presidente di Confartigianato Imprese Padova, Roberto Boschetto.
Da lunedì 4 maggio, infatti, potranno finalmente riaprire le attività del commercio all’ingrosso, del manifatturiero e delle costruzioni. Le imprese artigiane padovane coinvolte saranno 11.823, raddoppiando di colpo la platea di quelle aperte che diventano 22.647, il 90% del totale. Anche gli addetti che tornano al lavoro si moltiplicano, passando da 29.182 a 59.822, pari al il 92,1% del totale dell’artigianato padovano.
«Nella situazione attuale – continua Boschetto -, è assolutamente dannoso giocare a chi grida più forte per rivendicare diritti particolari. È un dovere categorico mettere a fattore comune – e noi vogliamo farlo per primi – tutti gli interessi legittimi, trasparenti e soprattutto composti in una visione strategica a vantaggio del Paese».
Sono, quindi, tre i punti essenziali indicati dal presidente degli artigiani padovani. «Primo: il divieto per tutti di produrre, salvo le filiere essenziali, deve cedere il passo alla possibilità di riprendere il lavoro da parte di tutti quelli che sono pronti a farlo in sicurezza».
«Secondo: ci rendiamo conto, che far ripartire 11.800 artigiani e oltre 30mila addetti oggi fermi (circa la metà del totale) significa autorizzare anche i loro clienti a muoversi e avere relazioni. Anche per quanto riguarda i cittadini, dobbiamo passare dalla logica del “io sto a casa” a quella del: “uscire con le mascherine”».
«Terzo: qualsiasi forma tecnica venga adottata, dovremo ricorrere al debito per aiutare gli italiani che hanno avuto un danno economico (in aggiunta al dramma dei decessi) senza precedenti.
Il presidente Boschetto: «Ecco le linee guida per la ripresa di oltre 30mila artigiani»
Sabato 2 Maggio 2020Questo debito, verso chiunque venga contratto, fosse anche nel lungo termine, dovrà essere restituito». «Il Made in Italy prodotto in Veneto – conclude il presidente degli artigiani - ha le carte in regola per affrontare questa sfida: eccellenza, competenze distintive, valore di brand, capacità di innovazione, sono i pilastri solidi che dobbiamo valorizzare. Fare sistema, aumentare la promozione, aprire nuovi canali e mercati, digitalizzazione, sburocratizzazione, infrastrutture sono solo alcuni dei temi sui quali dobbiamo lavorare insieme come Provincia, come Regione e come Paese. Dobbiamo rispondere a questa crisi sanitaria facendo quello che avremmo dovuto fare comunque per riprendere a crescere, ma con più determinazione, maggiore unità d’intenti, con l’entusiasmo e la creatività che sappiamo mettere in campo. L’obiettivo che ci diamo è costruire un piano biennale perché il 2022 sia meglio di quello che sarebbe stato».